Opinioni & Commenti
Quella voglia di fuggire dal dolore
Il fatto è che la dimensione fisica del dolore, che tanto ci spaventa e giustamente, non vogliamo vederla, tendiamo a rimuoverla, ad allontanarla da noi e intorno a noi, ma, non potendola cancellare, la attenuiamo, perfino nell’uso dei termini, di fronte ai tanti drammi che ci circondano e anche al Dramma che della storia è spartiacqua.
Poi un film La Passione di Cristo di Mel Gibson , sia pure molto discusso, ci riporta violentemente all’hic et nunc storico, alla realtà del corpo violato, della carne martoriata, del dolore senza limiti. È un pugno nello stomaco che fa riflettere: la Via Crucis di Gesù fu straziante al di là di ogni immaginazione, come sempre accade quando per decisione dei potenti di turno l’uomo diventa oggetto, consegnato ad aguzzini convinti e contenti del loro infierire.
Ma non possiamo neppure rimuoverla, perché Gesù continua nelle sue membra ad essere inchiodato alle tante croci che sotto ogni latitudine la crudeltà umana ha saputo, nel tempo, inventare e perfezionare, spesso anche per l’ignavia dei «buoni».
E queste ci coinvolgono in prima persona sia per chiedersi con verità da che parte stiamo sia per condividere con azioni precise. Qualche chiodo può essere certamente divelto a cominciare da quelli che si conficcano senza martello.