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Editoria, allarme per i tagli. Settimanali cattolici a rischio
Nell’attuale situazione di incertezza normativa in cui versa l’editoria, ed in particolare quella medio-piccola del mondo dei non-profit, i settimanali diocesani si vedono costretti ad esprimere preoccupazione e inquietudine tramite i propri organismi di rappresentanza: la Federazione (la Fisc) e il Consorzio (il Consis). Lo fanno attraverso i rispettivi presidenti, Vincenzo Rini e Roberto Massimo, «chiedendo che vengano fugate al più presto le voci di tagli e di riduzioni progressive agli aiuti strutturali dello Stato quali i contributi per l’editoria, le tariffe postali agevolate, le riduzioni telefoniche, oggetto tutto questo di leggi ormai consolidate da tempo.
I settimanali cattolici chiedono «in particolare al Governo e alle istituzioni competenti di non ridimensionare al ribasso, ma anzi di incrementare i sostegni per fronteggiare i costi sempre crescenti che le aziende del settore si trovano a dover sostenere per il mantenimento di una presenza socio-culturale del tutto particolare e non diversamente sostituibile e che trova riscontro nelle più elementari esigenze della democrazia informativa». Al proposito viene invocato «il rilancio di provvedimenti legislativi che, mettendo ordine nel settore, possano promuovere e dare impulso all’editoria di informazione radicata sul territorio, prevedendo equi e reali sostegni che tengano conto delle mutate condizioni economiche e di mercato, come per esempio una quota della pubblicità istituzionale da riservare ai periodici locali, il mantenimento di tariffe postali e telefoniche agevolate, un migliore e più veloce servizio postale».
I settimanali cattolici aderenti alla Fisc e al Consis «si augurano di poter incontrare adeguata considerazione e soluzione ai problemi che gravano da tempo sull’intero settore» e chiedono «al Parlamento che si faccia carico di questa situazione che oltre a creare timore e inquietudine, mette a rischio non solo testate ormai storiche e la libertà dell’informazione, ma anche aziende editoriali che danno lavoro ad un considerevole numero di addetti».