Opinioni & Commenti
Cinquant’anni dopo cosa resta di De Gasperi
Gli atti della Costituente fotografano l’articolarsi di questa cultura. La sapiente e lungimirante guida del governo e del partito nelle mani di De Gasperi, mentre i tratti fondamentali della Costituzione recano l’impronta visibile delle giovani generazioni. Una maturità, la loro, formata nell’Azione cattolica, nella Fuci, nelle aule universitarie. Il laicato che usciva dalla minore età e giungeva al livello della politica. Più tardi, il Concilio riconoscerà e stimolerà il laicato all’impegno nel civile e nel politico sotto sua autonoma responsabilità, liberandolo da formali e antiche sudditanze alla gerarchia. Ma anche i Concili non nascono dal nulla. Uno storico laico, Giovanni Spadolini, parla con sorpresa (il Papato socialista) di un ceto politico e amministrativo sbucato apparentemente dal niente dopo il fascismo, in realtà formatosi riconosce «in quei centri operosi e fervidi di vita delle associazioni cattoliche».
Non era tuttavia tutto oro quel che riluceva. Fare delle retrovie, e in qualche caso anche delle avanguardie, del mondo cattolico la solida base della democrazia non era impresa proprio scontata. C’era, sì, una sensibilità democratica diffusa ma anche la paura del salto nel buio di chi, temendo il comunismo, poteva essere attratto da scorciatoie illiberali. Come c’erano frange attratte dal comunismo: sarebbe bastato liberarlo dal materialismo dialettico di Marx, dall’ateismo, per farne una comunione laica possibile se non addirittura auspicabile. Il personalismo come fondamento ed antitesi sia all’individualismo sia al collettivismo, la giustizia sociale nella libertà, il solidarismo furono la cultura vincente. E allora perché la voce di De Gasperi giunge oggi fioca? Forse perché è mutato l’habitat in cui quella cultura si sviluppò? Il fatto è che manca nel laicato una lettura aggiornata della lezione di De Gasperi. Che oggi va rapportata all’individualismo liberista, alla globalizzazione lasciata a se stessa e alle disfunzioni e ingiustizie che così provoca, alla società dei due terzi che vive e di un terzo che sopravvive, agli equilibri internazionali in funzione della pace, all’Europa che si blocca.
Anche i maestri va ricordato diventano muti se non hanno eredi alla loro altezza, o giù di lì. De Gasperi non fa eccezione. Più che devozione al santo si teme a cinquant’anni dalla sua scomparsa, si veneri la sua statua.