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Miracoli politici grazie al solito fringuello

di Marco LapiDopo pochi giorni di frenetica attesa, martedì 5 ottobre il Consiglio regionale ha finalmente detto il suo definitivo sì al «prelievo in deroga» del fringuello, nonostante la prevedibile, doverosa contrarietà di verdi e ambientalisti che hanno promesso addirittura di adire la Corte di Giustizia Europea. Ma il Consiglio, operando in omaggio «alla storia e alle tradizioni locali» con quello «spirito laico» evocato dal diessino Pasqui, ha potuto contare in compenso su una più che responsabile partecipazione dell’opposizione, con Zirri tornato per l’occasione a guidare le fila di Forza Italia. Il tutto, ancora una volta, a conferma del fatto che sulle grandi finalità è sempre possibile, anzi doveroso, mettere da parte ciò che divide per perseguire il bene comune.

Perché non c’è dubbio che, in vista delle festività natalizie con conseguenti, tradizionali arrosti girati che senza fringuelli non sarebbero più gli stessi, bene comune sia proprio il consentire a ogni cacciatore di procurare coscienziosamente alla propria famiglia quel minimo di materia prima da mettere in freezer e scongelare per il pranzo del 25 dicembre. 20 capi al massimo, ma non da prendere a fucilate com’è uso fare imbracciando un buon calibro dodici, bensì da «prelevare». Verbo «politically correct» per una regione ufficialmente ecologista come la nostra (anche se tra le più fornite di seguaci della dea Diana…) perché, com’è noto, l’unico prelievo cruento è quello del sangue, ma anch’esso – per carità! – fatto a fin di bene. Quindi i fringuelli, evidentemente, non sono da uccidere né da abbattere: sarà come andare al bancomat, con tanto di limite giornaliero di 5 capi e limite complessivo pari appunto a 20.

Del resto, il giorno dopo la festa di San Francesco, come parlare apertamente di caccia e di spari? Ben venga quindi il prelievo del fringuello in deroga, con buona pace di tutti, meno, ben s’intende, dei diretti interessati, ai quali suggeriamo di mettersi al sicuro, nei giorni a rischio, riparando sui tetti e nei giardini degli edifici di Consiglio e Giunta Regionale, cercando magari a loro volta di centrare i consiglieri che là si aggirassero con qualche loro caratteristico «regalino». Che in questo caso, almeno per il linguaggio ipocrita, sarebbe davvero meritato.