Opinioni & Commenti
Il Mistero nel silenzio di una Notte luminosa
Che strana salvezza! Un bimbo, una creatura, adagiata poveramente, in una mangiatoia. Un figlio donato. Niente di più semplice ed essenziale. Niente di più evidente.
Al presepio non si può aggiungere nulla. Lo comprese Francesco d’Assisi, che lo ripropose così come fu e come sempre sarà, sine glossa. Sfuggì alla retorica, col suo potere di dolce dissoluzione. Nel presepio è dato un bambino: cosa di più laico? Se in quel bimbo si rivela un Dio, ebbene quel Dio squarcia i cieli, trancia la tenda ed esce dal tempio, dal sacro, entra nel profano penetrandolo di una inedita sacralità. Francesco porta il mistero di questa osmosi proprio sul terreno laico dove era nato: in una piazza. «Vi è nato». Per tutti. Per chi vuole. Non solo per i religiosi, per i cristiani, per gli addetti al sacro. Percorso di un Dio che taglia corto per raggiungere l’uomo.
Ma l’uomo va per la sua strada, con le sue convinzioni, pensando di dialogare nel suo tragico soliloquio. Stravolge questo segno, relegando il presepio alle questioni religiose, anzi confessionali, anzi clericali. Al più lo tollera, invitandolo a restare nell’intimismo dei buoni sentimenti che non disdicono alla vita, asserendo che il solo riproporlo può essere offensivo della libertà altrui.
A Betlemme, transitano due tipi di umanità: chi accoglie stupito, incredulo, adorante e chi esclude, vanifica, manipola, distrugge.
Adoriamo il mistero, nel silenzio di una notte luminosa!
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