Opinioni & Commenti
Tempo di canone: compriamoci un po’ di Rai e non solo…
In questi giorni gli italiani stanno pagando il canone per un servizio pubblico radiotelevisivo davanti al quale è fin troppo facile essere sconcertati. Ma pagando i quasi 100 euro, ciascuno di noi non finisce per diventare anche un po’ padrone dell’azienda Rai? Se lei ci conosce bene come martellano gli spot siamo noi consapevoli sull’importanza di conoscerla un po’ meglio nelle sue scelte e nei suoi sistemi? Non è che, unendo le rispettive consapevolezze, si potrebbe pretendere di essere trattati un po’ meno da sudditi, ad esempio con prodotti di maggiore qualità? E discorso analogo non potrebbe forse valere anche per le emittenti private?
E il richiamo di Bologna alla democrazia dell’informazione non meriterebbe una riflessione anche in casa cattolica, sulla proprietà dei media di famiglia? Visto che siamo in fase elettorale, non c’è forse da chiederci quali sono (se ci sono ) le differenze fra i due poli per quanto riguarda anche in ambito regionale l’uso dei media, il ricorso alla politica spettacolo, l’ossequio al populismo imperante, il rispetto per il pluralismo, la libertà dei giornalisti, la distinzione fra propaganda e informazione? Dei media non bisogna né avere paura né essere schiavi: politica (quella seria) e cittadinanza attiva devono poter fare la loro parte. Utopistico pensare che, nelle prossime settimane, la Toscana dei cattolici possa riunirsi per studiare, riflettere, proporre?