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L’automobile: la regina detronizzata

di Andrea Masullomembro del Comitato scientifico di GreenaccordLa vecchia e gloriosa automobile, dopo un secolo di dominio assoluto sulle città e sulla vita degli uomini, in questi giorni sembra essere sconfitta, non dalla fine del petrolio, né da ambientalisti integralisti, ma da un nemico invisibile ed apparentemente insignificante: le polveri sottili che essa stessa produce.

L’auto è un’invenzione vecchia, rimasta sostanzialmente invariata per oltre un secolo; fra cilindri, scintille, pistoni, bielle, ingranaggi con enormi attriti e dispersioni, carrozzerie pesantissime da trascinare, oggi ci appare improvvisamente un mezzo decisamente inefficiente per muoversi. Il suo successo secolare è stato infatti più dovuto al significato simbolico che ha assunto negli anni, piuttosto che alla sua funzione primaria di mezzo di trasporto.

Per rendere effettive le sue potenzialità si è proceduto ai più grandi interventi infrastrutturali del secolo, con un impatto ambientale impressionante. L’ambiente urbano è stato sconvolto riducendo al minimo lo spazio fruibile a piedi o in bicicletta, le aree per la sosta, l’intrattenimento e la socializzazione.

Nel mondo, l’auto è causa ogni anno di diversi milioni di feriti e di alcune centinaia di migliaia di morti in incidenti, di un aumento impressionante di malattie respiratorie e di tumori, in particolare bronchiti, enfisemi polmonari, tumori delle vie respiratorie, che sono in costante aumento per effetto dei gas di scarico.

Nonostante ciò, grazie a politiche industriali dissennate è divenuta la regina incontrastata delle città, che in tutti i paesi sviluppati sono state rimodellate per le sue esigenze. Inoltre, la quasi totalità del trasporto merci extra-urbano, sulle direttrici Nord-Sud, invece di viaggiare per mare come la geografia del nostro Paese consentirebbe, viaggia su strada, come anche il traffico passeggeri a causa delle politiche che continuano a favorire la realizzazione di grandi infrastrutture stradali trascurando le ferrovie.

Eppure, in città, riorganizzare la distribuzione delle funzioni urbane, dei servizi sanitari, scolastici, culturali, ecc., potrebbe ridurre drasticamente la necessità di tanti spostamenti di cui i cittadini farebbero volentieri a meno.

Una secondo passo dovrebbe essere stabilire pari diritti e pari condizioni per la scelta delle diverse modalità di trasporto, separando fisicamente i percorsi riservati a pedoni, biciclette, auto private e mezzi pubblici; sarebbero i fatti a far scendere dall’auto moltissime persone.

Un terzo provvedimento dovrebbe essere modulare la tassa di circolazione in funzione dell’efficienza e dell’ingombro del mezzo; ciò consentirebbe anche di limitare la circolazione di giganteschi ed inquinanti fuori-strada, che deturpano i centri storici per un malinteso senso di libertà di chi con egoistica pretesa ama girare in essi come se stesse in aperta campagna.

Un ultimo punto riguarda le case automobilistiche; esistono da diversi anni in circolazione automobili in grado di percorrere con un litro di combustibile quattro volte più chilometri della media delle auto oggi in circolazione. Dai motori ibridi, alle carrozzerie super-leggere, aspettando l’idrogeno “pulito” prodotto da fonti rinnovabili di energia. Non pensate che sia il momento di metterle in produzione?