Opinioni & Commenti

Lo scandalo della divisione in un’Europa che si unisce

di Aldo GiordanoSegretario generale CceeSe l’Europa ha esportato nel mondo le divisioni tra i cristiani, ora ha la responsabilità di esportare la riconciliazione ritrovata. Sono provocatorie le parole di Giovanni Paolo II: «Nell’Europa in cammino verso l’unità politica possiamo forse ammettere che sia proprio la Chiesa di Cristo un fattore di disunione e di discordia? Non sarebbe questo uno degli scandali più grandi del nostro tempo?».

Oggi tra le Chiese e le comunità ecclesiali non esiste la condivisione di fede sufficiente per celebrare l’Eucaristia insieme, ma nulla ci impedisce di vivere insieme il vangelo, la carità, la collaborazione, la solidarietà. In questo modo si crea lo spazio per la presenza fra noi del Risorto. Nonostante le situazioni difficili che tutti conosciamo, vediamo all’opera il Risorto.

Fin dagli inizi, dal 1971, il Ccee collabora con la Kek, la Conferenza delle Chiese europee, che riunisce 125 Chiese nate dalla Riforma e ortodosse. Si è costituito tra i due organismi un autorevole comitato comune, composto da 14 membri, che si incontra una volta all’anno per seguire le iniziative ecumeniche europee. Questa collaborazione è originale e fruttuosa, perché permette di coinvolgere nelle iniziative ecumeniche comuni pressoché tutte le Chiesee le Conferenze episcopali dell’Europa. Gli altri continenti non conoscono un’esperienza analoga. Naturalmente non possiamo tacere le difficoltà che derivano dal fatto che i due organismi sono molto diversi fra loro sia a livello strutturale che ecclesiologico: il Ccee è formato dai presidenti delle Conferenze di una sola Chiesa, la Kek da delegati di 125 Chiese.

Dalla collaborazione Ccee-Kek è nata in questi anni una serie di incontri ecumenici europei a cui sono stai invitati delegati delle Conferenze episcopali e delle Chiese e comunità ecclesiali. L’ultimo è stato celebrato a Strasburgo, dal 17 al 22 aprile 2001, sul tema: «Io sono con voi tutti i giorni…». Hanno partecipato 100 leaders di Chiese e 100 giovani.

Il frutto più significativo e visibile sono forse le assemblee ecumeniche europee: la prima a Basilea, nel maggio 1989, sul tema «Pace e giustizia»; la seconda a Graz, Austria (giugno 1997) «Riconciliazione – dono di Dio e sorgente di vita nuova». Il 3-6 febbraio scorso a Chartres il comitato congiunto Ccee-Kek ha delineato il programma per una terza assemblea ecumenica europea o meglio per un processo assembleare costituito da un «pellegrinaggio» in 4 tappe: la prima a Roma nel gennaio 2006; la seconda da realizzarsi a livello delle singole nazioni europee; la terza a Wittemberg (Germania) all’inizio del 2007 e l’assemblea conclusiva a Sibiu (Romania), paese a maggioranza ortodossa, nel settembre 2007. Titolo di questo processo assembleare è: «La luce di Cristo illumina tutti. Speranza di rinnovamento e unità in Europa».Tra i più significativi progetti ecumenici è da ricordare la «Charta Oecumenica. Linee guida per la crescita della collaborazione fra le Chiese in Europa» firmata ufficialmente da parte dei presidenti del Ccee e della Kek a Strasburgo il 22 aprile 2001. Essa è una specie di agenda dei cristiani d’Europa, con 26 impegni per procedere verso l’unità visibile, per intensificare la collaborazione su tutti i temi possibili e per contribuire insieme alla costruzione europea in corso.

Nell’Europa ci sono idee impazzite ma ci sono idee! La nostra responsabilità è di ridare ordine, unità e senso a queste idee. L’Europa può tentare un salto di qualità storico a livello di umanità, socialità, diritti doveri, dignità, libertà, fraternità… se ritorna a quella sorgente che rende possibile questa novità. Il Risorto tra i suoi può ridare ordine alle idee dell’Europa.

C’è un proverbio arabo che mi piace particolarmente: «Se vuoi tracciare un solco diritto attacca il tuo aratro ad una stella». I cristiani cattolici, insieme ai loro fratelli, sentono che il loro primo compito è quello di «convertirsi» sempre verso la stella per eccellenza, Gesù crocifisso e risorto. Da lui derivano la speranza per l’umanità e anche le tracce per un cammino diritto per l’Europa.

Il dialogo ecumenico non è più solo una scelta

Terza Assemblea ecumenica d’Europa. Lettera alle Chiese d’Europa