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Scuola, una partenza a due volti
La legge Moratti, approvata nel marzo 2003, prevede, dopo il percorso unitario della scuola primaria e secondaria di primo grado, che lo studente si trovi davanti a due canali formativi di pari dignità e con possibilità di passaggio dall’uno all’altro, grazie ai crediti formativi. Il primo è rappresentato dai licei, come si chiameranno in futuro le attuali superiori. Otto tipologie con 19 indirizzi specialistici, finalizzati a una prosecuzione anche universitaria della propria formazione. L’altro canale, quello dell’istruzione professionale, sulla carta dovrebbe essere un percorso capace di abbinare allo studio teorico una maggior pratica nella fase formativa, anche con l’uso di laboratori. Nel progetto originario della riforma in questo canale avrebbero dovuto confluire gli attuali istituti professionali e una parte di quelli tecnici-industriali. Invece si è assistito a una corsa verso il percorso liceale della quasi totalità degli istituti superiori, relegando a poche tipologie i professionali candidati al nuovo canale. Un passaggio che è piaciuto poco alle Regioni e alla formazione professionale, che ora temono, nonostante le dichiarazioni di principio, il riproporsi di un canale di serie A e uno di serie B. E anche su questo punto il confronto tra ministero e Regioni rischia di essere spinoso.
Se tutto questo non bastasse c’è anche la necessità di riportare il decreto attuativo all’esame finale del Consiglio dei ministri entro il prossimo 17 ottobre, data in cui scade la delega al governo per l’attuazione della riforma. Infatti dopo aver approvato la legge sulla nuova scuola, mancando una copertura finanziaria totale, si decise di delegare al governo l’emanazione di diversi decreti attuativi per ogni singolo aspetto, ognuno con una propria copertura economica. Il tutto nell’arco di 24 mesi, che sono diventati 30 con l’attuale proroga di sei mesi. Ma entro ottobre bisogna chiudere anche per permettere l’effettivo avvio dell’intera riforma, pure alle superiori, nel settembre 2006.
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