Opinioni & Commenti
Scherza coi santi ma lascia stare i gay altrimenti sei un mandriano della curia
Ho accettato con difficoltà di scrivere queste righe. Ma eccomi qua, per dire cosa? Che per poter scrivere bisogna prima saper leggere? Che mai ho usato l’aggettivo «virile», che L’Unità mi attribuisce ingannando i suoi lettori, e semmai rivendico il diritto a un «immaginario eterosessuale», con i suoi simboli e, perché no, miti, almeno al pari dell’immaginario omosessuale? Che l’ansia è tutta sua, nel tono moralistico e greve dell’articolo, del tutto difforme da quello lieve e ironico del mio? Che non «derido», ma faccio dell’ironia, arte in cui i toscani tutti sono cultori?
Se eterosessuali e omosessuali vogliono vivere sereni gli uni accanto agli altri, dovranno imparare a lasciarsi spazio e a sorridere, senza appiccicarsi addosso etichette non desiderate. Per questo quel «clericale» puzza di proiezione: clericale è chi appartiene a una «chiesa» che pensa al posto suo e che gli mette in bocca slogan e frasi fatte, la sciabola e il cavallo del cosacco. La libertà è un’altra cosa.