Opinioni & Commenti
Il Papa e Küng: un orizzonte non un angolo
Coloro che vogliono capire possono notare la sua apertura “cattolica” che non ha confini e che, tuttavia, non comporta cedimenti. Quando incontra qualcuno non vuol dire che ne sposa le idee e le posizioni. Significa che accoglie le persone, entra in dialogo con loro, ascolta. Egli sta attuando il programma annunciato all’inizio del pontificato, quello dei “gesti concreti”. L’aveva detto a chiare note che non bastano le buone parole e i nobili sentimenti, ci vogliono gesti concreti che scuotano le coscienze e possano cambiare i rapporti tra persone, Chiese e religioni e determinare un reale rinnovamento.
Questa è la chiave di lettura del suo pontificato in ambito “ecumenico”. La sua apertura in tutte le direzioni, quelle che si è soliti indicare di destra e di sinistra, per intendersi, lo rendono difficilmente strumentalizzabile da una parte e dall’altra. L’incontro con il teologo tedesco Hans Küng è l’ultimo esempio che si aggiunge a quelli avuti con gli altri cristiani, gli ebrei, i musulmani. Forse l’incontro con Küng è anche più delicato, perché va a toccare punti caldi che si dibattono all’interno della Chiesa cattolica e rispondono a sensibilità e orientamenti che hanno sedimentazioni profonde nella cultura germanica da una parte e nella cultura romana dall’altra. Ratzinger, tedesco, assurto al soglio della Sede romana, dai tempi della Riforma rappresenta la migliore opportunità di superamento dell’atavico “complesso antiromano” sottilmente presente nel mondo germanico.
L’incontro, richiesto da Hans Küng, probabilmente vuol essere il riconoscimento di questa opportunità che viene esperita ponendo al Papa le questioni che a Küng e a coloro che appartengono alla sua cerchia culturale stanno maggiormente a cuore: il dialogo tra le religioni per la pace nel mondo, secondo quel principio più volte ripetuto dal teologo di Tubinga: non c’è pace tra i popoli se non c’è pace tra le religioni e l’altro principio che il terreno d’incontro tra le religioni può essere una comune etica condivisa e praticata. Temi e prospettive che non sono fuori dell’orizzonte cattolico e danno un vasto respiro all’inizio del ministero pontificio di Benedetto che si vuol caratterizzare con la politica dell’amicizia senza confini.