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Legge sulla droga, si poteva fare di più

di Bruno FredianiIl Parlamento ha approvato in questi giorni una serie di provvedimenti riguardanti lo spaccio e il consumo di droghe. Li ha inseriti nel contesto di decisioni riguardanti le Olimpiadi invernali che in questi giorni si stanno celebrando a Torino. Ha influenzato la decisione la chiusura delle Camere e la necessità di contentare le forze politiche che si erano esposte sul tema, prima di tale evento. Si è posta la fiducia in Parlamento e così non abbiamo potuto assistere ad un dibattito che senz’altro si sarebbe rivelato interessante.Alcuni dati riferiti dal Dipartimento nazionale per le politiche antidroga e confermati dalla Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze dicono che: un consumatore di droghe, oggi, è un ragazzino al di sopra di ogni sospetto, che va bene a scuola, pratica sport, o ragazzine tutte acqua e sapone; si abbassa fino a 11-12 anni l’età di primo contatto con le droghe. Il mercato si sta organizzando sempre meglio e sta offrendo i suoi prodotti non più a soggetti ritenuti in qualche modo predisposti, ma a tutti, sullo stile dei centri commerciali, e a ognuno sa offrire il prodotto giusto, come sostanza e come prezzo.

A questi dati vanno aggiunte altre novità dello scenario che i politici non hanno ben considerato: l’uso della droga non è più circoscritto ai circoli dei malavitosi e dei viziosi, della devianza e dell’emarginazione, ma è diventato uno stile di vita indotto da modelli e propagande. La vera prevenzione, allora, dovrebbe consistere nell’insegnare alla gente, e soprattutto ai ragazzi e ai giovani a «navigare», cioè a sviluppare uno spirito critico non tanto sulle droghe, ma sul gioco psicologico creato dal sistema di induzione di bisogni falsi.

Il vero problema resta quello di una educazione e di una politica che si occupino attivamente dei ragazzi, che diano loro possibilità di espressione e di autorealizzazione, che non si preoccupino solo di regolamentarli e di punirli quando si allontanano dalle regole. In un sistema che spinge in tutti i modi a consumare, è assai difficile stabilire quando fermarsi, fin dove è lecito e dove non lo è più.Resta ancora grave, e non viene per nulla affrontato, il problema delle droghe legali, soprattutto l’alcol, che è la prima causa di morte per i giovani in Europa. L’approccio all’alcol sta diventando sempre più precoce ed è sempre più frequente il suo uso insieme ad altre sostanze, per aumentarne l’effetto. Il cambiamento del fenomeno è velocissimo, ma i servizi restano in gran parte legati ai vecchi modelli. I servizi pubblici sono ancora troppo medicalizzati e concentrati nelle loro sedi, quelli del privato sociale, in particolare le comunità, vengono coinvolti solo per i casi più gravi e complessi. Ci vorrebbe più fantasia, più sinergia, più innovazione, tutte cose che neanche la nuova legge ha saputo esprimere.

Droga, comunità divise sulla nuova legge