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Elezioni, verso il voto con la bussola delle tre «P»

di Alberto MigoneOrmai è così: questa campagna elettorale tende sempre più a caratterizzarsi per una violenza verbale che preoccupa. Sembra quasi che per i due schieramenti non ci siano cittadini da convincere con un serio argomentare, ma masse da mobilitare in una battaglia campale, per una tendenza, tutta italiana, a trasformare ogni verifica elettorale in una scelta tra bene e male, mentre più semplicemente si tratta di scegliere chi governerà per i prossimi anni, impegnandosi ad affrontare i problemi del Paese che sono oggettivamente seri. Questo determina un disagio e una disaffezione nei tanti che, anche nel nostro mondo, hanno della politica una visione pacata e che, non ritrovandosi appieno in nessuno dei due schieramenti, soprattutto per le eterogeneità delle alleanze che li rende di fatto «cartelli elettorali» che accolgono anche movimenti e personaggi decisamente impresentabili, sono tentati di disertare le urne. E può essere una forma di protesta anche giusta, ma che non risolve. Serve invece partecipare, ma come orientarsi?La bussola delle tre P (progetti, progressi, persone) può essere di aiuto per discernere e scegliere.

Oggi, preliminare a ogni scelta, particolarmente per un cristiano, è, a mio parere, il domandarsi che tipo di società le forze in campo vogliono costruire, quale progetto di convivenza si tenda a realizzare, su quali valori si regga, in una giusta compenetrazione tra diritti da salvaguardare ed estendere e doveri che siano vincolanti per tutti. Una società che abbia sempre e comunque al centro la dignità della persona umana, che può essere offuscata anche in nome di un malinteso progresso, spesso d’importazione.

E i vari programmi sono, in fondo, sempre funzionali ad un progetto, occulto o dichiarato, ed è in quest’ottica che vanno analizzati in un serio confronto che però è non facile perché il genericismo abbonda. Per questo può aiutare un raffronto su temi specifici, in cui l’elettore valuterà, svincolato il più possibile da schemi preconcetti, atteggiamento questo che dovrebbe caratterizzare chi non vuol mai trasformarsi in un fans dell’uno o dell’altro.Un elemento determinante è poi, a nostro avviso, la valutazione attenta del profilo umano, professionale, morale dei singoli candidati. E qui emerge ancora una volta il dispiacere, meglio la protesta, per essere stati privati della possibilità di selezionare col voto di preferenza, soprattutto perché anche all’interno della stessa lista non tutti i candidati danno uguali garanzie.

Questa bussola può aiutare ad orientarsi, anche come cristiani; certo non funziona alla perfezione, ma può consentirci di andare al voto il più possibile informati e responsabili, anche se dispiaciuti nel constatare che il supermercato della politica non ci offre niente di meglio.

Luci e ombre di una legislatura «bipolare»