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L’Europa e la ricerca sulle staminali embrionali: i miti e la speranza

DI Marco DoldiIl Parlamento europeo ha dunque scelto – 284 voti a favore, 249 contro – di sostenere economicamente studi e sperimentazioni scientifiche da applicare alle innovazioni tecnologiche alle telecomunicazioni, alla difesa ambientale, alla tutela della salute. Durante il voto in aula è passato anche l’emendamento presentato dalla commissione Itre (industria e ricerca), che consentirà di finanziare gli esperimenti sulle cellule staminali embrionali prodotte per la fecondazione in vitro e non impiantate; questo potrà avvenire negli Stati in cui ciò sia consentito dalla legge nazionale.

Il segnale che viene da Strasburgo non è per nulla positivo e, in sintesi, è questo: nella speranza ancora remota di guarire talune malattie, oggi si ritiene bene distruggere embrioni umani, al fine di avere a disposizione cellule staminali. In tanti e a diverso titolo abbiamo avvertito che esistono altre strade per far progredire la medicina e che mai una vita umana, seppure sembra piccola e di poco rilievo, può essere sacrificata.

Tuttavia, oggi si devono fare realisticamente i conti con realtà straordinariamente potenti e spesso nascoste. Innanzitutto, il fattore economico: le aziende farmaceutiche trarranno vantaggio dalla decisione presa a Strasburgo, perché, al di là del modesto sostegno che l’Europa darà nei prossimi anni a questa ricerca, potranno liberamente impegnarsi nella ricerca di brevetti embrionali, che porteranno all’industria farmaceutica guadagni da capogiro. Purtroppo, le grandi multinazionali della medicina possono trasformare la sperimentazione in un’attività finanziaria. Poi, c’è il mito del progresso: davanti alle innumerevoli malattie, che ipoteticamente potrebbero essere curate, davanti alla promessa di una migliore qualità della vita e di una vita più lunga, molti sono sedotti. Parlamentari compresi.

Si aggiunga il fatto che, nonostante il forte e generoso impegno di alcuni, la maggior parte delle persone neanche conosce che cosa siano le cellule staminali.

Altrettanto, si deve notare che buona parte dei Parlamentari europei si è dimostrata contraria all’utilizzo di cellule tratte da embrione; poi, attorno all’argomento della vita si rafforzano le intese. Il tema non è fatto proprio solo da chi si ispira a principi religiosi, ma anche da tanti che, appartenenti a schieramenti politici opposti, si sentono responsabili dell’uomo e della vita in ogni fase del suo sviluppo. Come a dire che il rispetto per l’embrione umano non è una questione di partito. Al venire meno di un senso etico comune, è corrisposta una maggiore sensibilità di cittadini o aggregazioni; se gli Stati hanno rinunciato a punire i crimini contro la vita, molti sentono che la questione della vita è centrale per il domani.

Questa sensibilità etica deve essere custodita e promossa ad ampio respiro. I progressi, quelli veri, avvengono grazie all’ostinato impegno di chi non si lascia immobilizzare dalle sirene e sa guardare lontano. La biomedicina, singolare strumento nelle mani dell’uomo, non basta a se stessa, ma necessita di essere orientata a determinati fini e confrontata col mondo dei valori. I ricercatori sono chiamati ad operare per il benessere e la salute degli esseri umani; ogni attività di ricerca in questo campo deve avere sempre come fine ultimo il bene integrale dell’uomo e, nei mezzi utilizzati, deve rispettare pienamente in ciascun individuo la sua inalienabile dignità di persona, il diritto alla vita e l’integrità fisica sostanziale. Animati da queste certezze, una battuta d’arresto non spegne la speranza in chi, ovunque in Europa, lotta, soffre, lavora per l’autentico progresso.