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Addio alle belle addormentate e ai principi di una volta

di Mauro BanchiniBonazza: nome giusto per il socio del principe intrallazzato con videopoker, donnine e medicine taroccate per il Sud del mondo. Giudicherà la magistratura, con sentenze definitive quando non fregherà più nulla a nessuno perché chissà quanti altri casini saranno successi. Ma ora siamo in pieno tanfo da intercettazioni. Non avendo nulla da fare, i principi delle fiabe passavano il nobile tempo a cavalcare bianchi destrieri, baciare belle addormentate, girare con scarpette in cerca di piedini eleganti.

Ma nell’Italia 2006, l’eleganza dov’è? Si è cambiata la Costituzione per far tornare certa gente che pareva rintronata pure quando era in esilio: ma nessun mago avrebbe immaginato che l’occupazione del principe si riducesse a trovare battone per mafiosi in un posto chiamato «Campione d’Italia». Chi è il campione: Filiberto o Anubi? Speriamo che, a Potenza, abbiano preso una cantonata. Sarebbe bello cancellare il magone per un ceto politico impegnato a usare le istituzioni con una disinvoltura che i padri della Costituzione, di giri nella tomba, ne hanno fatti ormai diversi.

E la tv? È peggio la ballerina che si vende per far carriera o i nani che dopo aver giurato su dio-patria-famiglia si consolano facendosi, sul divano pagato dal popolo, la ragazzina poi «fidanzata» con il briatore di turno? Come stupirsi per una morale appassita se, ogni sera, è la tv a indicare quel tipo di modelli? Come scrivere un «corsivo graffiante» se la realtà ha superato la fantasia? Due le soluzioni: o passare dal Bonazza (Ugo) per qualche referenza buona, anzi bonazza, o chiedere a Vittorio (Emanuele) dov’è finita la scarpina del ballo. Non è che fra le bonazze del casinò, il principe si è venduto pure Cenerentola?