Opinioni & Commenti

Sesso, soldi e sangue: ecco l’Italia dei gialli da spremere

di Umberto Folena

Quando succede, l’Italia si divide in due. No, non tra colpevolisti e innocentisti. Sarebbe troppo banale. Si divide tra… Già, ci siamo dimenticati di dire che cosa «succede». Un giallo, uno stramaledetto giallo con le tre fatidiche esse – sangue sesso soldi – con morti ammazzati, tanti indizi, qualche indiziato possibilmente giovane e dannato, i Ris di Parma, Porta a Porta e Matrix, i paparazzi, i rotocalchi, le indiscrezioni, lo psicologo, il criminologo, la showgirl e, talora sciaguratamente, pure il prete.

L’Italia si divide, dunque. Tra chi abita dove è successo il fattaccio, e tutti gli altri. Pochissimi e tantissimi. Gli abitanti di Garlasco e Perugia, oggi, e di Erba, Novi Ligure, Cogne, Leno, Chiavenna, Montecchia di Crosara ieri, si domandano: perché proprio a noi? Che cos’abbiamo di speciale? Dove abbiamo sbagliato (soprattutto i genitori)? I reporter telemuniti si fiondano sul posto e spremono gli indigeni: che cosa prova in questo momento?

Fornire risposte intelligenti è impossibile, così chi ha sale in zucca si nega, facendo però pessima figura perché sembra che non collabori con nostra signora televisione, mandando delusi gli appetiti di milioni di telespettatori affamati. Gli sciagurati, invece, rispondono (come Manzoni aveva predetto). Il giallo migliore è quello che si può spremere e spremere, e un po’ d’olio lo dà sempre. Meglio se gli inquirenti sembrano brancolare nel buio, meglio se gli indizi sono tanti ma contraddittori e la prova regina nessuna, meglio se tra gli indagati ci sono visini d’angelo e giovani di buona famiglia sulla soglia della laurea (come a Garlasco e a Perugia: guardatevi dai laureandi, d’altronde quando uno arriva alla fine dell’Università un certo istinto omicida è comprensibile).

Per i media tutto, assolutamente tutto, diventa merce e quella è la merce migliore, che spremuta fornisce sempre olio da rifilare al pubblico. E il pubblico gode per l’eterna catarsi, gode perché pensa: è capitato a loro, non a noi, a Garlasco e a Perugia, non a… E prova sollievo e ingurgita, e rabbocca il fiasco dell’auditel. A proposito di spremiture e di olive: alla fine, ma proprio alla fine, per affioramento dalle acque di vegetazione si ricava un olio non commestibile, l’olio d’inferno. Quello.