Opinioni & Commenti
Crisi economica e lavoro a rischio in Toscana: Regione, banche ed enti locali devono fare di più
Le conseguenze della crisi finanziaria internazionale si abbattono sull’Italia in un momento in cui il Paese vorrebbe sicurezze e riceve solo rassicurazioni, basti pensare al tema dell’immigrazione e alle risposte date con l’esercito nelle città e con le ronde a tutelare la sicurezza pubblica.
Purtroppo di fronte a sfide enormi siamo ancora ostaggio delle litigiosità e delle divisioni. Di questa fase la politica è specchio, al tempo stesso litigiosa all’estremo, incapace di fare sintesi, non più attenta al bene comune, ma anzi pronta a creare divisioni nella società con fini strumentali, anche in campo sindacale.
In questo contesto sul Paese è piombata la crisi internazionale. Di analisi, su cause ed effetti del fenomeno, se ne sono ascoltate fin troppe. Come sindacato dobbiamo piuttosto chiederci che cosa possiamo fare per aiutare chi è in difficoltà e come riteniamo, in prospettiva, di dare il nostro contributo per guardare oltre la crisi. La Cisl ha perseguito la concretezza dei risultati possibili, rinnovando i contratti nel commercio, nel pubblico impiego, nella scuola, nella sanità privata, ha portato aumenti salariali a milioni di persone, rendendoci interpreti seri e credibili degli interessi che vogliamo rappresentare.
Abbiamo poi contribuito ad una riforma del modello contrattuale che porterà più reddito a chi lavora, sia con il contratto nazionale che con gli integrativi aziendali, aiuterà la ripresa economica del Paese, migliorando la produttività nelle nostre imprese, e cambierà la natura delle relazioni sindacali da conflittuali a partecipative.
In Toscana sono molte le vertenze aperte dove le aziende del comparto manifatturiero minacciano di espellere lavoratori dalla produzione, l’ultimo caso è quello di Piombino dove, alle acciaierie Severstal, rischiano di non essere rinnovati i contratti a termine di oltre 500 persone. Per noi della Cisl bisogna rimanere nel percorso negoziale fino in fondo, mettendo in campo contratti di solidarietà, come la settimana corta, per mantenere i lavoratori nelle aziende.
Per chi invece il lavoro lo ha già perso o lo sta perdendo, stiamo costruendo in questi giorni un accordo che, a seguito dell’intesa tra Stato e Regioni, metterà a disposizione in Toscana fino a 600 milioni di euro in 2 anni per gli ammortizzatori sociali, con un piano che, per la Cisl, deve prescindere dai settori e dalle tipologie contrattuali, garantendo reddito a tutte le persone che perdono il lavoro.Regione, banche ed enti locali devono fare di più
Occorre fare di più sul credito: al di là degli annunci della Giunta regionale, non si è concretizzata una iniziativa vera, condivisa dalle banche, a sostegno delle imprese e dei cittadini. La Regione può e deve spingere il sistema del credito ad una politica in questa direzione, intervenendo affinché siano sospesi i mutui per un anno a chi ha perso il lavoro e vede minacciata la propria abitazione. Anche gli enti locali devono impegnarsi, responsabilmente, a non aumentare il peso delle tariffe dei servizi pubblici, quali acqua, trasporti, raccolta dei rifiuti, che incidono fortemente sui redditi da pensione e su quelli delle famiglie.
Queste sono alcune delle azioni che possono essere concordate per affrontare l’emergenza che ci sta di fronte. Dobbiamo però avere la capacità di guardare avanti, programmare le risorse che possono aiutare la ripresa economica della nostra regione.
In questo senso i 640 milioni di euro da fondi europei che la Regione mette a bando per l’innovazione, il miglioramento della nostra struttura imprenditoriale, l’accorpamento delle imprese, in una parola per «la via alta dello sviluppo», rappresentano uno shock positivo sul sistema delle imprese. Per uscire dalla crisi più forti, però, queste risorse devono essere erogate con criteri selettivi, al fine di premiare le imprese che condividono una responsabilità etica e sociale verso le comunità e il territorio nel quale insiste la loro attività, che propongano un lavoro buono e sicuro, evitando di disperdere gli aiuti economici in una erogazione a pioggia che risulterebbe sterile.
Riformismo negoziale e primato delle idee sugli interessi è la via che la Cisl sceglie in questa crisi. Lavorare negli spazi del possibile per migliorare subito la nostra esistenza senza far venire meno il nostro impegno per la costruzione di una alternativa di maggiore benessere e libertà.