Opinioni & Commenti

Natale, la corrente d’amore che salva e fa vivere

di Franco Vaccari

Morire quando si vuole e far nascere chi ci pare. Avere un figlio dopo cent’anni dalla propria morte o non averne mai. Essere figli di uno, tre, dieci genitori, tutti maschi o tutte femmine o mescolati come capita. Sapere chi è il proprio padre o non saperlo mai.

Modificare un seme e mangiare semi che modificano la coscienza.

Togliersi uno sfizio costoso quanto il bilancio di uno stato africano e dirigere le sorti di uno stato spostando miliardi dal proprio computer.

Navigare col computer tra bellezze e spazzatura e far sembrare la spazzatura bellezza. Far credere come vero il falso e disseminare di falsità il vero. Usare parole come pietre e pietre contro chi dice solo parole. Svuotare le parole deridendole e riempire il vuoto di inutili parole. Distruggere una sola persona con la menzogna e creare nelle moltitudini opinioni corrotte. Spogliare le pareti di crocifissi che ci sono stati per secoli e indossare veli dove non si sono mai visti. Uccidere chi si toglie un velo e proibire di insegnare a chi ha il velo. Urlare e condannare chi urla. Disprezzare ogni regola ed essere osannato. Ricevere un premio per la pace e giustificare la guerra. Fare quel che si vuole nella vita privata e far diventare pubblico ciò che è privato.

Provare ogni piacere, sùbito, e rinviare le attese di chi chiede un legittimo piacere. Consumare non lasciando nulla a chi verrà e pretendere sicurezza e salute per chi esiste ancora solo nel desiderio. Mangiar ciliegie e mango e papaya a Natale e lasciare il presepio in soffitta. Fare il presepio con calma, con figli e nipoti, e ridere e carezzarsi senza nulla di esotico.

Distruggere pane e cibo e seminare grano per sfamare tutti. Costruire qualunque muro per qualunque casa e separare le case alzando muri.

Curare mali e dolori e smettere di produrre i farmaci che li curano. Eliminare sofferenze e eliminare chi le porta e le ricorda. Morire di freddo sotto un cartone e scaldare continenti e illuminare città.

Correre veloci sulle strade allontanandosi per sempre e inventare strade per avvicinarsi.

Fare sesso davanti al computer e pensare di amare, credendosi tutto e il contrario di tutto. Mettere insieme eros e agape, in tavola, nel talamo, sull’altare.Pensare di far tutto e volerlo fare ad ogni costo, subito, ritenendolo un diritto.Oggi tutto si può. Che male c’è, se si può? Un bambino. Nudo, al freddo, un Bambino chiede, senza parole, che si copra la sua debolezza. È parola senza parole, impotente all’inizio della sua vita come tutti, impotente alla fine, come i peggiori. Una parola chiede risposta.

Insufficienza e fragilità restituiscono l’uomo all’uomo. Se questi accoglie quel bambino, la notte buia e fredda si illumina e si scalda.

In ogni relazione la corrente di amore salva e fa vivere.

Gesù Bambino non può nulla perché noi, incontrandolo, possiamo tutto, nell’amarlo.