Opinioni & Commenti
Il futuro politico della Toscana passa dalle elezioni di marzo
di Giovanni Pallanti
Prevedere l’esito del voto regionale del 28 e 29 marzo è facile. I fatti parlano da soli. Il centro sinistra ha scelto l’assessore alla sanità Enrico Rossi, già sindaco di Pontedera, da diverso tempo assessore con più soldi a disposizione dell’intera Giunta regionale toscana. La sanità, infatti, è il capitolo di spesa più consistente di ogni regione italiana e quindi anche della Toscana dove si è, tra l’altro, creato un circuito semi virtuoso tra appartenenza politica e professionalità: circuito attraverso il quale corrono i medici candidati ai primariati dei più importanti ospedali della regione. Bisogna riconoscere che nonostante qualche episodio di malasanità la nostra regione ha un livello accettabile di rete ospedaliera e di cure per le persone. In molte altre parti d’Italia stanno peggio che in Toscana. Il centro destra, mentre stiamo scrivendo, non ha ancora scelto ufficialmente il suo candidato a presidente della Giunta regionale. Chi sarà lo sfidante di Enrico Rossi? In molti nel Pdl sostengono l’On. Riccardo Migliori, vice coordinatore regionale del partito.
Migliori è sicuramente una persona per bene, intelligente e con una capacità di relazione che spesso rasenta il paradosso perché appare amico da una vita di tutte le persone che incontra. Parlamentare esperto ha un difetto di base fondamentale per chi deve candidarsi per conto dell’opposizione: è notoriamente pigro. Farebbe una campagna elettorale molto incentrata sui mass media. Troppo poco perché il Pdl possa rovesciare le sorti elettorali toscane nel marzo prossimo. I candidati alternativi a Migliori, nel Pdl, sono quasi tutti peggio di lui per mille ed una ragione. Se si parla di consiglieri regionali o di deputati e senatori essi sono stati tutti nominati dalla segreteria del partito e hanno scarsi, per non dire nulli, rapporti con l’elettorato.
Se il candidato del centro sinistra, Enrico Rossi, si troverà di fronte un candidato del Pdl debole e non preparato ad un vero confronto elettorale capace di mettere in crisi il blocco di potere che governa la Toscana dal 1970, vincerà senza difficoltà. L’anomalia della nostra regione è proprio questa: sono 40 anni che ininterrottamente governa sempre la sinistra. Prima i social comunisti poi i partiti che sono fioriti sulle macerie del muro di Berlino nel 1989. 40 anni sono esattamente il doppio di quanto è durato il regime fascita in Italia. E l’opposizione che fa? A metà gennaio del 2010 non ha ancora fatto sapere ai toscani chi sarà il principale sfidante (con nome e cognome) di questo blocco di potere ormai alle soglie della mezza età.
L’Udc ha scelto di confermare i consiglieri regionali uscenti. Sembra che il candidato a presidente sia l’On. Carlo Casini parlamentare, nazionale e europeo, dal 1979. Certamente anche lui non è una novità e questo fa ben capire che l’Udc si prepara ad una importante lotta di sopravvivenza politica. Affinché non si spenga la bianca fiammella dell’eredità democratica cristiana della nostra regione. Anche questa è una battaglia, significativa, ma di pura testimonianza politica.
La Lega nord sembra che corra da sola: in questo caso si tratta più di questioni di potere personale nell’ambito del centro destra che di una vera e propria proposta politica per la Toscana da parte dei seguaci dell’On. Bossi.
Allora che dire delle prospettive politiche? Sembra che gli oppositori al centro sinistra stiano lavorando per non vincere. E poi si dice che la società civile sta perdendo la pazienza con una classe politica che sembra uscita da un film di Carlo Verdone.