Opinioni & Commenti
Ma se il profeta laico abusa non perde la sua autorità morale
di Romanello Cantini
Forse bisogna ringraziare anche certi laici quando si accaniscono contro la Chiesa per lo scandalo dei preti pedofili. Anche la loro severità, pur se fosse inquinata da una ideologia, potrebbe contribuire a cancellare una macchia che sulla tonaca è più sporca che su qualsiasi altro panno. E tuttavia è inutile negare che in certi attacchi ad alzo zero contro tutto ciò che è vita consacrata appare evidente che ad essere presa di mira è soprattutto la Chiesa e più il suo vertice e la sua struttura in sé (celibato ecc.) che non uno scandalo che serve come punto di partenza. E, a conferma di una battaglia che è insieme morale e partigiana, c’è una indignazione selettiva di certi ambienti che nella Chiesa non risparmiano nemmeno chi punisce un vescovo troppo tollerante, mentre fuori di essa troppo spesso tutti sono assolti e tutti sono difesi.
Pasolini, nonostante il suo discusso processo del 1949 e, nonostante la sua fine ad opera di un diciassettenne che lo scrittore frequentava da tempo, non ha perso niente della sua grande autorità anche morale. Un libro scandaloso scritto nel 1975 sulla sessualità degli adolescenti non ha impedito a Daniel Cohn-Bendit di essere il leader dei Verdi al parlamento di Strasburgo. Due processi per pedofilia subiti da Michael Jackson non hanno evitato che alla lotteria per partecipare alla commemorazione della pop star dell’anno scorso a Los Angeles partecipassero undici milioni di persone, mentre un miliardo di persone in tutto il mondo seguivano la manifestazione alla televisione.
Quando nel settembre dell’anno scorso è stato arrestato in Svizzera il regista Roman Polanski, accusato di avere violentato trentatre anni fa una tredicenne, dopo averla drogata, in sua difesa si sono mossi il ministro degli esteri e il ministro della cultura francese mentre una petizione per la sua liberazione è stata firmata da centinaia di intellettuali e da personaggi di Hollywood del calibro di Martin Scorsese, Woody Allen, John Landes, David Lynch, Was Anderson, Darren Aronofosky, Julian Schnobel. Quando un mese dopo il ministro della cultura francese Mitterand ha confessato pubblicamente di aver praticato il turismo sessuale, per difenderlo è sceso in campo addirittura «Le Monde» con una battaglia contro quella che è stata definita «una caccia all’uomo». Certamente i «peccati» di un laico non si portano dietro l’aggravante del «sacrilegio».
E tuttavia, proprio perché in questi casi si tratta di miti ammirati e di modelli adorati comunque, il loro esempio può essere terribilmente didattico e rendere positive le loro colpe come i loro meriti. Dopo il processo che cinque anni fa assolse a Los Angeles Michael Jackson un giurato ha confessato che era convinto che la pop star avesse molestato veramente dei ragazzi e tuttavia aveva votato per la assoluzione per la «empatia» che sentiva verso di lui. Ricordiamoci che per tanti sono soprattutto questi i profeti del nostro tempo.