Opinioni & Commenti
Sicurezza, obiettivo ancora lontano
Due incidenti mortali nel giro di tre giorni, sempre a Livorno, sempre in porto, confermano, ancora una volta nel modo più drammatico, che la sicurezza non viene garantita e ricercata con l’attenzione che la sacralità della vita e la salute delle persone richiedono. Questa nuova, duplice, tragedia ci ricorda che la sicurezza sul lavoro, pur potendo contare su un’ottima normativa in materia, è ancora un obiettivo lontano da raggiungere. Ed al quale troppo spesso, colpevolmente, le aziende dimenticano di prestare attenzione in modo prioritario.
Sono quasi 10 mesi infatti che possiamo contare su una normativa organica in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro. Una normativa che completa un percorso, ma che ha ancora troppe scappatoie. Oggi ad esempio siamo ancora in attesa che il governo emani i Decreti Attuativi necessari per far uscire l’applicazione della legge sulla sicurezza dalla «precarietà». E su questa materia non sono ammissibili ritardi, lacune o dubbi interpretativi: devono emergere al più presto certezze, altrimenti anche questa norma resterà incompiuta, ovvero la sua applicazione avverrà solo in presenza di accordi pattizi tra le parti interessate, sindacati dei lavoratori e associazioni datoriali, con l’assenza pesantissima del governo, che ancora non ha messo mano ai decreti attuativi.
Lo diciamo da sempre, lo ribadiamo oggi con il dolore e la rabbia di queste due nuove tragedie: nessun lavoro, nessuna fase di lavorazione deve essere avviata prima di aver accertato il rispetto di tutte le precauzioni di sicurezza. Precauzioni che fanno talvolta perdere un po’ di tempo, ma che salvano la vita. Troppo spesso chi lavora è costretto invece ad operare in assenza di sicurezza o in sicurezza parziale. Lo dicono le drammatiche statistiche in materia. Troppi morti e feriti per mancanza di sicurezza o incuria. Non può passare l’idea che la responsabilità degli infortuni è di chi lavoro. Certo è necessario continuare l’impegno nel promuovere la cultura della sicurezza anche tra i lavoratori. Ma la responsabilità ultima della sicurezza è in capo a chi organizza il lavoro; e spesso proprio tempi di lavorazione sempre più stretti costringono i lavoratori a tralasciare quelle precauzioni di sicurezza che ‘costano’ qualche minuto, ma salvano la vita. Siamo convinti che anche nella nostra regione la sicurezza non venga ricercata da tutti con l’attenzione che il rispetto per la vita umana richiede.
Proprio venerdì scorso si è tenuta a Firenze l’assemblea regionale dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), aziendali e territoriali, un’iniziativa che Cgil, Cisl e Uil hanno voluto e promosso, unitariamente. Da qui dobbiamo ripartire, per richiamare le associazioni delle imprese e le istituzioni a considerare anche queste figure, come tutto ciò che riguarda la sicurezza, come una risorsa e non come un costo.
Tutti i soggetti che hanno competenze in questa delicatissima materia debbono cambiare atteggiamento. Non si possono continuare a vedere le norme sulla sicurezza come un ingombro e un costo, da eludere appena possibile. Serve una cultura basata sulla responsabilità e la partecipazione.Da parte di tutti. . Perché la vita di un uomo o di una donna viene prima del profitto.