Opinioni & Commenti
«Misura, decoro, rispetto». Ecco cosa serve ai giovani
Pubblichiamo il testo integrale della riflessione della Delegazione Regionale della Azione cattolica italiana su alcune tematiche educative e culturali che attengono anche all’attualità della vita politica del nostro Paese, dal titolo: «Misura, decoro, rispetto: modelli per le nuove generazioni». Il testo riprende e contestualizza un documento pubblicato dalla presidenza nazionale dell’Azione cattolica lo scorso sabato 12 febbraio, in occasione del XXXI «Convegno Bachelet» che si teneva a Roma sui «150 anni dell’unità d’Italia», «un appuntamento sottolinea l’Ac che ci vede, come cattolici, particolarmente partecipi perché parte integrante della nostra nazione».
Ci troviamo, come Azione cattolica delle diocesi Toscane, impegnati nello svolgimento delle assemblee elettive. È questo un percorso che coinvolge decine di migliaia di soci che si interrogano, si confrontano ed alla fine eleggono, con metodo democratico, coloro che dovranno guidare ed organizzare la vita associativa nelle parrocchie e nelle diocesi in stretta collaborazione con i Pastori.
Il tema scelto per questo percorso «Vivere la fede, amare la vita» vuole mettere in evidenza che la fede cristiana è questione di vita, e che oggi, come sempre ma ancora più, è tempo di coerenza profonda tra fede e vita, che ci spinge ad amare la vita sempre e comunque. Con il sottotitolo esplicativo «l’impegno educativo della Azione Cattolica» si vuole richiamare il nostro storico contributo a che tanti, ragazzi, giovani ed adulti, continuino e sempre più si appassionino alla vita buona del vangelo, attraverso la piena presa di coscienza del senso stesso della vita, del proprio posto nella storia, del proprio contributo da dare alla società.
È per questo che la nostra riflessione, non può fare a meno di volgere un sguardo alle vicende del Paese e a sottolineare alcune ripercussioni di natura educativa, forse sinora sottovalutate.
C’è una rappresentazione fasulla dell’esistenza, c’è un tentativo di mettere in primo piano il successo basato «sull’artificiosità, la scalata furba, il guadagno facile, l’ostentazione e il mercimonio di sé». Il rischio è che le recenti vicende, che trovano ampio spazio nei media, facciano emergere la desiderabilità di stili di vita per i quali «il potere può tutto». È per questo motivo che torniamo a dire una parola non sui risvolti politici, ma su quelli, appunto, educativi.
NON È EDUCATIVA l’immagine della donna emersa in numerosi racconti giudiziari e mediatici. Ne è stata ripetutamente e insistentemente violata l’intangibile dignità, libertà, uguaglianza.
NON È EDUCATIVA, allo stesso tempo e con la stessa intensità, l’immagine dell’uomo incapace di riconoscere nel corpo della donna, e nel proprio, un dono straordinario, certamente non finalizzato ad appagare un desiderio egoistico di possesso. È, invece, EDUCATIVO, a nostro avviso, ridire con forza, con parole condivisibili da tutti, la bellezza vera di ogni età e di ogni soggettività, il senso profondo dell’essere uomo e dell’essere donna. Per questo chiediamo al mondo dei media un modo diverso di comunicare senza ammiccamenti e senza ridurre la donna e l’uomo solo a corpo da guardare, da possedere, da sfruttare.
NON È EDUCATIVA l’idea che i giovani e gli adolescenti, per realizzarsi, debbano mettere da parte i propri talenti, seguendo tristi scorciatoie. È difficile costruire un mondo diverso e migliore se l’unico insegnamento trasmesso alle nuove generazioni è quello di cercare ostinatamente i favori del potente. È EDUCATIVO, ed importante, valorizzare e dare sempre più spazio ai giovani talenti dello studio, della ricerca, dei mestieri e delle professioni, ai giovani del volontariato e del servizio gratuito agli altri. Scegliamo con consapevolezza quali modelli culturali offrire a tutti, senza, ovviamente, cadere nel moralismo di facciata.
NON È EDUCATIVA la passività dell’opinione pubblica. È, invece, EDUCATIVO l’esercizio di una cittadinanza attiva e responsabile. È dunque EDUCATIVO valorizzare il tanto che di buono, operoso, lungimirante, concreto offre ancora oggi il nostro Paese.
Ci sono realtà, civili e ecclesiali, che ogni giorno si sforzano di veicolare queste idee per costruire davvero un tessuto di valori positivi e condivisi.
Ci sono agenzie educative, come la scuola, in cui tra mille difficoltà si cerca di formare anche ad una vita civile consapevole. E ci sono famiglie le quali costituiscono ancora il cardine della nostra società che, pur fra innegabili difficoltà, cercano di dare una cornice di riferimento etica ai loro figli. Forse in questo momento tutto ciò può sembrare di secondaria importanza. Ma chi crede nel futuro sa che non è così. Ed è per questo che ci appelliamo a tutti i protagonisti delle attuali vicende perché recuperino urgentemente, per il bene del Paese, il senso della misura, del decoro, del rispetto.
L’Italia necessita di giovani sereni, coscienziosi e operosi; di adulti sobri, responsabili e aperti. Su italiani come questi si può costruire un domani migliore.