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Tv, più che digitale, è un pugnale. Alla democrazia

di Gianni RossiDirettore di Tv Prato

Quel che si delinea all’orizzonte è un vero e proprio massacro delle tv locali. Se Governo e Parlamento non cambieranno in tempi rapidi decisamente rotta, nei prossimi mesi molte emittenti sono destinate a sparire sacrificate sul solito altare degli interessi di Rai e Mediaset e dei grandi gruppi industriali. Un vero delitto democratico che sta avvenendo nel più completo silenzio: d’altra parte il dibattito politico è avvitato da mesi sul Rubygate, il Parlamento è di fatto bloccato, Rai e Mediaset – comprensibilmente – hanno interesse a non parlarne e i grandi giornali sono spesso legati ai grandi gruppi industriali, in primis della telefonia.

Ma cosa sta avvenendo? Che nel bel mezzo di una partita – quella della transizione al digitale – quando mezza Italia vede già la tv con la nuova tecnologia e mezza, Toscana compresa, si sta preparando a vederla – sono state cambiate improvvisamente le regole di gioco. Come se durante un match calcistico dall’altoparlante si dicesse: «Da questo momento il fuori gioco e i rigori funzionano in un altro modo». La novità legislativa prevede che nove delle ventisette frequenze assegnate alle tv locali (e precisamente, i canali 61-69 uhf) vengano destinate ad un’asta per i servizi di telefonia in banda larga. E questo vale sia per le aree ancora da digitalizzare, come appunto, la Toscana, sia per le regioni già digitalizzate (dove queste frequenze dovranno essere liberate entro il 30 settembre). Risultato? Solo alcune emittenti locali passeranno al digitale. Molte altre, rimaste a piedi, perderanno il loro valore patrimoniale (legato essenzialmente alle frequenze) e dunque rischieranno di scomparire; altre, nel migliore dei casi, potranno trasmettere solo prendendo in affitto un canale digitale da quelle tv rimaste in piedi che, guarda caso, prima erano concorrenti. L’assurdo è che molte emittenti oggi destinate a sparire, sulla base della normativa precedentemente in vigore, avevano già provveduto ad investimenti tecnologici onerosissimi. Soldi, ora, buttati via. Il delitto si sta completando proprio in questi giorni: Ministero e Autorità garante sceglieranno le tv da far sopravvivere  in base a criteri del tutto inaccettabili, come per esempio il patrimonio al netto delle perdite e il numero dei dipendenti a tempo indeterminato. Poi se tutto il giorno vanno in onda maghi e televendite non conta.

Ora, quelle frequenze da assegnare alla telefonia si sarebbero potute prendere dai numerosi canali (mux) – regalati – che continuano ad ingrassare Rai e Mediaset e che da più parti si cerca di aumentare ancora. E dire che per anni ci è stato raccontato che il digitale terrestre avrebbe aumentato il pluralismo informativo. La situazione è particolarmente grave in Toscana. In gioco ci sono posti di lavoro, la certezza delle regole (essenziale in uno stato di diritto), la libertà di informazione. Scusate se è poco in democrazia. Chi dice di averla ancora a cuore si smuova. A cominciare dalla Regione Toscana che, finora, non ha battuto un colpo.