Opinioni & Commenti
Il vero rinnovamento della Chiesa non passa dalla disobbedienza
di Andrea Drigani
La disobbedienza è una via per rinnovare la Chiesa? È la provocatoria domanda che Benedetto XVI ha sollevato, durante l’Omelia della Messa Crismale del Giovedì Santo, in relazione ad un appello di un gruppo di sacerdoti austriaci, che hanno espressamente invitato ad una disobbedienza anche nei confronti delle decisioni definitive del Magistero. Il Papa ha ricordato che ogni vero rinnovamento ha il suo unico presupposto nella conformazione a Cristo e non nella voglia di trasformare la Chiesa secondo i nostri desideri e le nostre idee. Gesù ha reso concreto il suo mandato con la propria obbedienza e umiltà fino alla Croce, e per questo la sua missione è credibile. Non la mia, ma la tua volontà: questa è la parola che rivela il Figlio, la sua umiltà e insieme la sua divinità, e ci indica la strada.
Benedetto XVI ha poi voluto porsi un altro interrogativo: non è che con queste considerazioni viene, di fatto, difeso l’immobilismo e l’irrigidimento della tradizione? La risposta del Papa è un no deciso, poiché nella storia dell’epoca post-conciliare, si può riconoscere la dinamica del vero rinnovamento, che spesso ha assunto forme inattese in movimenti pieni di vita e che rende quasi tangibili l’inesauribile vivacità del popolo di Dio, la presenza e l’azione efficace dello Spirito Santo. I santi, di tutti i tempi, che sono esempio di conformazione a Cristo, in quanto «traduzione» del suo stile di vita, ci insegnano cos’è il rinnovamento e come possiamo metterci al suo servizio.
Il Papa nel rammentarci che la disobbedienza non è una vera via per rinnovare la Chiesa, sembra suggerire una riflessione che si potrebbe articolare in tre termini: deformazione, riforma, conformazione. Deformazione (deformatio) vuol dire che c’è un’alterazione della forma originaria e, pure all’interno della Chiesa, il peccato deturpa persone e circostanze che vengono, appunto, deformate; di qui la necessità della riforma (reformatio) che significa riportare alla forma primitiva, correggendo ciò che si è corrotto; ma la riforma deve fondarsi sulla conformazione (conformatio) a Cristo, cioè nel far corrispondere e adattare la forma della nostra vita a quella di Cristo.