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Faraci (Csi Toscana): «In ogni parrocchia non può mancare un gruppo sportivo»

Faraci, è stato presidente dal 2012 ad oggi. Che stagione ha vissuto il Csi in Toscana?

«Una stagione molto positiva. Siamo partiti con ambizioni importanti, come rivitalizzare alcune realtà territoriali che avevano alcune criticità. Abbiamo vissuto momenti molto belli con iniziative sportive regionali e nazionali che hanno avuto luogo nella nostra regione. Ma soprattutto in questi 4 anni abbiamo vissuto gli intensi momenti legati al settantennio dell’associazione».

Qual è stato il risultato maggiormente positiva di questi 4 anni?

«Il risultato più importante è quello di aver ricostruito il Csi a Firenze dopo molti anni di crisi. Adesso, con una rinnovata dirigenza, ha avuto un rilancio che è andato al di là di ogni aspettativa sia per i numeri espressi sia per la qualità della proposta sportiva. Proprio Firenze ha ospitato eventi di rilievo nazionale come due anni fà il “Csi Day” in piazza Santa Croce. Ma non possiamo dimenticare nel 2014 l’incontro in piazza San Pietro a Roma con Papa Francesco per i 70 anni del Csi nazionale: erano oltre 3 mila i toscani presenti. Infine il 70º vissuto in Toscana nel 2015».

I numeri del Csi regionale raccontano una realtà viva e in continua crescita…

«Nel 2012 il Csi contava 44 mila tesserati, nel 2015 sono diventati oltre 63 mila. Un incremento molto alto. Come sono cresciuto in modo significativo le società sportive – oltre 16 mila oggi – e, all’interno di queste, rilevante è stato la crescita dei gruppi legati alle parrocchie».

Il punto di forza del Csi resta il grande lavoro svolto sul territorio dalla base associativa?

«Il nostro obiettivo era di essere più presenti sul territorio, non solo a livello provinciale. Stiamo rilanciando alcuni comitati come quelli di Grosseto, Livorno, Arezzo che stanno crescendo. Ma abbiamo posto le pasti per una presenza più strutturata sul territorio costituendo quattro delegazioni: Elba, Piombino, Valdarno Superiore e inferiore».

Educare attraverso lo sport è la missione del Centro sportivo italiano. Come fare i conti con i tempi di oggi dove lo sport è sempre più visto come mezzo per il successo personale?

«La scommessa dei prossimi anni dovrà essere fatta sulla ripresa più consistente nell’attività giovanile. Lo abbiamo fatto già attraverso iniziative come la Junior Tim Cup maschile e la Volley Tim Cup femminile che mettono in collegamento quello che è lo sport dilettantistico con lo sport professionistico. Queste esperienze che hanno visto la partecipazione di molte parrocchie toscane e di centinaia di ragazzi sono educative sia per i ragazzi che per i campioni del calcio e della pallavolo. E poi abbiamo testimonial importanti come Mondonico che rappresenta il nostro impegno nelle parrocchie. Questo è il nostro campo specifico, nel quale ci sentiamo anche un po’ soli rispetto agli altri enti di promozione sportiva».

In questi giorni si chiude un mandato di 4 anni. E poi se ne aprirà un’altro. L’attività del Centro sportivo italiano non si ferma qui… Qual è il principale obiettivo che vi ponete per i prossimi 4 anni?

«Il nuovo consiglio che emergerà dall’assemblea di questa domenica sarà rinnovato e darà nuova linfa vitale al Csi per il quadrienno prossimo. L’obiettivo è quello che ci siamo già dati: un gruppo sportivo in ogni parrocchia. Come ci ha detto anche Papa Francesco nel 2014: se in parrocchia non c’è un gruppo sportivo manca qualcosa di importante. E poi una maggiore presenza sul territorio».

Chiudiamo con una grande notizia: l’assemblea nazionale del Csi si terrà a Firenze.

«Dal 10 al 12 giugno i rappresentanti del Centro sportivo italiano si incontreranno per l’assemblea nazionale elettiva nella nostra regione. La “location” sarà il centro “Spazio Reale” a San Donnino. È un grande riconoscimento per la Toscana e soprattutto per Firenze. È il segno che abbiamo seminato bene in questi anni anche grazie all’impegno di tutti».