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Scandalo calcio: quattro società sotto accusa
Dei 45 sfilati davanti all’ufficio indagini di Francesco Saverio Borrelli si salvano in 19, oltre a Sampdoria e Udinese le cui posizioni, risultate marginali già nel corso dell’istruttoria, sono state archiviate.
Le 105 pagine confezionate dal procuratore, che tra una settimana indosserà i panni della pubblica accusa, disegnano “una fitta rete di rapporti per condizionare, tra l’altro, il settore arbitrale”: il club bianconero è quello che rischia più di tutti, anche se la retrocessione per tutte e quattro le società adesso non è più solo uno spettro.
La Juventus è stata deferita per responsabilità diretta e nell’ipotesi di reato formulata da Palazzi oltre all’articolo 6, quello dell’illecito sportivo, ci sono la violazione dell’articolo 2 (responsabilità delle persone fisiche e delle società) e dell’articolo 9, che prevede “ulteriori ipotesi di responsabilità delle societa”.
Rinvii a giudizio più che scontati per Luciano Moggi, indicato dalla procura di Napoli come il capo della ormai celebre ‘cupola’ e per Antonio Giraudo, entrambi colpevoli di essere venuti meno al principio di lealtà sportiva (articolo 1) e di aver commesso l’illecito sportivo.
Meno grave, ma comunque a rischio di retrocessione o di forte penalizzazione in punti, la posizione del Milan: alla sbarra anche Adriano Galliani deferito solo per la violazione dell’ articolo 1 (si è dimesso dalla presidenza della Lega). Ma ad inguaiare il club rossonero è stato soprattutto Leonardo Meani. L’addetto agli arbitri della società di via Turati viene rinviato a giudizio oltre che per l’articolo 1 anche per illecito sportivo: responsabilità diretta e oggettiva per la società per la violazione dell’articolo 2 (“le società rispondono direttamente dell’operato di chi le rappresenti ai sensi delle norme federali e sono oggettivamente responsabili agli effetti disciplinari dell’operato dei propri dirigenti, soci di associazione e tesserati”) e solo oggettiva per l’illecito sportivo. Sotto i riflettori per i rossoneri in particolare la partita Chievo-Milan del 20 aprile 2005: Palazzi nelle carte scrive chiaramente che Meani parlando con Gennaro Mazzei (designatore dei guardalinee) aveva “cercato di ottenere l’assicurazione che per Chievo Milan venisse designato l’assistente Puglisi, come poi avvenne”. Mazzei a sua volta “aderiva alla richiesta dello stesso”, di fatto mandando i guardalinee graditi ai rossoneri. In tutto questo Galliani sarebbe stato ben consapevole, perché “ragguagliato dal Meani, approvava la sua condotta”. Meani poi, si legge nelle carte, riusciva anche a parlare con i due assistenti (Puglisi e Babini entrambi deferiti) della gara, chiedendo “di decidere in favore del Milan nei casi dubbi”. Un quadro tutt’altro che roseo, anche se il presidente Silvio Berlusconi torna a dire che il Milan non rischia di essere penalizzato.
Rischiano di precipitare all’inferno anche Lazio e Fiorentina: verrà chiesta anche per loro la retrocessione: per il club bianconceleste pesante la posizione del presidente Claudio Lotito (illecito sportivo aggravato l’ipotesi di reato) e quella di Cosimo Ferri, amico di Lotito e deferito in quanto componente della commissione vertenze economiche della Figc. La Lazio deve rispondere per responsabilità diretta e presunta per la violazione dell’articolo 6, 2 e 9: Lotito avrebbe fatto pressioni per avere favori dagli arbitri.
Nei guai anche i fratelli Della Valle (per entrambi il reato ascritto è quello dell’illecito sportivo) e di conseguenza la Fiorentina viene deferita per responsabilità diretta e oggettiva. Un quadro pesante anche per i 26 tesserati che dovranno difendersi davanti alla commissione d’appello federale: nei guai anche l’ex presidente della Figc Franco Carraro: illecito sportivo, perché avrebbe fatto pressioni su Bergamo in favore della Lazio. E anche per Tullio Lanese, altro ex celebre, lui alla guida degli arbitri.
Deferiti anche Innocenzo Mazzini (ex vice alla Figc, ha rifiutato di presentarsi davanti a Borrelli), gli ex designatori Bergamo e Pairetto. Otto arbitri vanno a processo: rinvio a giudizio per Massimo De Santis, il capo della ‘combriccola romana’: lui come Moggi avrebbe “condizionato il regolare funzionamento del settore arbitrale”. Con lui Paolo Dondarini, Paolo Bertini, Domenico Messina, Paolo Tagliavento, Gianluca Rocchi e Pasquale Rodomonti.
Nel gruppo c’é anche Gianluca Paparesta, lui non indagato a Napoli, ma reo di aver omesso di denunciare l’episodio in cui fu chiuso da Moggi nello spogliatoio dopo Reggina-Juventus. Restano fuori Racalbuto e Gabriele, entrambi nel libro nero dei pm partenopei. Fuori anche Francesco Ghirelli: ma l’ex segretario della Figc viene considerato come un impiegato e la sua posizione non rilevante ai fini dell’inchiesta sportiva. Una bufera che mette in ginocchio il calcio italiano: tra pochi giorni il processo e le prime sentenze. (ANSA).
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