Un’ora e poco più d’attesa per poco più di un minuto di corsa solitaria, con le altre contrade a tre colonnini di distanza: così la Tartuca è tornata a vincere il Palio dopo appena cinque anni d’attesa. Anzi a trionfare, dato che la rivale Chiocciola al momento della mossa è rimasta con il nerbo alzato, fiancando con notevole ritardo e finendo per restare chiusa dalla stessa contrada vincitrice e dall’Istrice, che l’aveva scalzata dal posto allo steccato assegnatole dalla sorte.Non è stata una gestione della mossa impeccabile, dato che il mossiere Guglielmi Di Vulci ha lasciato che il Drago, di rincorsa, ne prolungasse i tempi all’inverosimile senza apparenti motivi, e ha pure annullato in modo discutibile un paio di partenze. Non mancheranno, quindi, le discussioni tra i capitani per un’eventuale sostituzione in occasione del Palio dell’Assunta, che comincerà a prendere forma già domenica 5 con l’estrazione delle tre contrade mancanti. Così come continueranno certamente le polemiche innescate dalla Civetta, la nonna della corsa che non è potuta scendere in piazza per l’infortunio (fortunatamente non letale) subìto, nel corso delle prove, da Iesael, il cavallo toccatole in sorte ma che secondo i contradaioli, non apparendo in perfette condizioni già al momento della scelta, sarebbe stato da escludere dal lotto dei dieci. Così per protesta la contrada del Castellare non ha neppure spiegato al vento le proprie bandiere durante il corteo che ha preceduto la carriera. Vicende che comunque non hanno oscurato il limpido successo del rione di Castelvecchio, ottenuto da un cavallo, Già del Menhir, e da un fantino, Giuseppe Zedde detto Gingillo, entrambi confermatisi al vertice dopo i successi dello scorso anno, a luglio per il primo (condotto da Trecciolino per l’Istrice) e ad agosto per il secondo (su Elisir di Logudoro per il Bruco). Ovvio che anche per il Palio dell’Assunta saranno entrambi da tenere d’occhio. Trecciolino permettendo, come al solito. (M.L.)