Arte & Mostre
Il Museo Civico di Sansepolcro presenta la mostra “Affreschi urbani. Piero incontra un artista chiamato Banksy”
Originario di Bristol, nato intorno al 1974, identità nascosta fin da subito, inquadrato nei confini generici della street art, Banksy rappresenta il più grande artista globale del nuovo millennio, esemplare caso di enorme popolarità per un autore vivente dai tempi di Andy Warhol. Banksy incarna la miglior evoluzione della Pop Art originaria, il primo ad aver connesso le radici del pop, la cultura hip hop, il graffitismo anni Ottanta e i nuovi approcci del tempo digitale. A parlare, al posto di colui che nessuno ha mai visto e di cui nessuno conosce il volto, sono le sue opere. Immagini e forme di inaudita potenza etica, evocativa e tematica.
A Sansepolcro, dal 20 giugno 2020 al 10 gennaio 2021, saranno in mostra una selezione di oltre venti serigrafie, quelle che Banksy considera tracce fondamentali per diffondere i suoi messaggi etici. Le opere riprodotte hanno avuto genealogie e percorsi eterogenei, diventando talvolta veri e propri “affreschi urbani”, spesso rimossi rubati o consumati dal tempo. Sono queste le immagini che hanno decretato il successo planetario di un artista tra i più complessi, geniali e intuitivi del nostro secolo.
Tra le opere in mostra ci sarà l’iconica Girl with Balloon, serigrafia su carta del 2004-05, votata nel 2017, in un sondaggio promosso da Samsung, come l’opera più amata dai britannici. Ci sarà poi Love is in the Air, un lavoro su carta che riproduce su fondo rosso lo stencil apparso per la prima volta nel 2003 a Gerusalemme, sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi nell’area della West Bank, raffigurante un giovane che lancia un mazzo di fiori, messaggio potente a un passo dai lanciatori di pietre del palcoscenico più caldo del Mediterraneo. Altra opera fondamentale, con tutti i suoi rimandi all’iconografia del Rinascimento, reinterpretata secondo la tecnica del “détournement” che ne mette in crisi il significato classico, è la Virgin Mary, conosciuta anche come Toxic Mary, una serigrafia su carta del 2003 che, secondo alcuni, rappresenta una dura critica di Banksy al ruolo della Religione nella Storia.
Riguardo ai legami tra Piero e Banksy, scrivono nel catalogo i curatori Antonelli e Marziani: “L’immagine ieratica del Cristo emana un solido sentimento civico, ricreando il peso iconico della guida per un futuro morale. Il Cristo di Piero è un leader di spirito e azione che indica percorsi e stigmatizza errori, offrendo alla città un modello inclusivo e partecipativo, basato su alchimie di pietas e pathos. Quel Cristo che tiene il vessillo in mano, maestoso con la sua postura atletica, osserva il nostro presente con le armi etiche dei temi universali, gli stessi temi che tornano, con le dovute differenze, nel complesso immaginario di Banksy. Educazione dei giovani, lotta ai soprusi e al potere ingerente, messa in guardia sul controllo sociale, amore per la natura, tolleranza e integrazione come prima pagina dell’agenda umana: le ossessioni morali di Banksy somigliano alle visioni ideali di Piero della Francesca, al suo sogno di una polis che comunichi valori elevati attraverso muri narrativi e metafore ad alto impatto figurativo.”
Banksy preferisce da sempre la diffusione orizzontale di immagini rispetto alla creazione di oggetti unici. Una lezione mutuata da Andy Warhol con il suo approccio seriale e l’uso metodico della serigrafia. È un immaginario semplice ma non elementare quello di Banksy, perfetto per tempi e modi di produzione, confezionato per la comunicazione di massa: un nucleo di messaggi immediati che, affrontando i temi del capitalismo, della guerra e del controllo sociale, mette in scena le contraddizioni e i paradossi del nostro tempo. Per la prima volta una mostra esamina e analizza le immagini originali di Banksy all’interno di un quadro semantico esaustivo che ne veicoli origini, riferimenti, relazioni tra gli elementi, implicazioni e piani di pertinenza. A completamento del percorso espositivo, il pubblico avrà a disposizione un’infografica sulla cronologia dell’artista e ampie schede analitiche su tutte le opere.
Per Pietro Folena, Presidente di MetaMorfosi, “siamo veramente orgogliosi di avviare con questa mostra una collaborazione con la città di Sansepolcro. Produciamo una “scintilla” culturale ed emotiva fra le più importanti opere iconiche di Banksy e i capolavori di Piero della Francesca. Per MetaMorfosi valorizzare i territori e le loro vocazioni è una scelta strategica, tanto più dopo la pandemia”.
“Di primo acchito potrebbe sembrare azzardato associare la nostra tradizione pittorica dell’affresco con la street art – dichiara l’assessore alla Cultura di Sansepolcro Gabriele Marconcini – Tuttavia entrambi questi linguaggi utilizzano il vuoto delle superfici murarie per creare opere di grande valore comunicativo, oltre che estetico. In particolare, i graffiti di Banksy sono in grado di interagire efficacemente con le masse, stimolando l’uomo contemporaneo a prendere coscienza di sé e del mondo circostante: seppur con i dovuti distinguo, su questo aspetto si può riscontrare una certa analogia con l’arte figurativa dei secoli scorsi, in particolare con quella di Piero della Francesca. Il nostro Museo Civico riapre dunque i battenti con una proposta culturale che saprà richiamare visitatori e stimolare ulteriormente quei processi creativi contemporanei che nel nostro territorio stanno cercando di coniugare la valorizzazione del passato con le più originali interpretazioni del presente e del futuro”.