Arte & Mostre
Firenze, tornato in S. Egidio il Cristo del Giambologna
Ieri è stato inaugurato il restauro del Cristo Crocifisso attribuito alla scuola del Giambologna, scultura sacra in cartapesta di colore bronzo prima del restauro e ora riportato al suo colore naturale d’origine, rimosso tre anni fa dalla chiesa di S. Egidio interna all’ospedale di Santa Maria Nuova per effettuare un attento lavoro di restauro affidato alla dottoressa Anna Fulimeni, specializzata presso l’Opificio delle Pietre Dure.
In occasione della cerimonia di presentazione del restauro, il Cristo Crocifisso è stato collocato sopra una tavola in legno, a lato dell’altare della Chiesa di S.Egidio, per dare la possibilità ai presenti di osservarlo da vicino nei suoi particolari. Poi a fine giornata è stato issato nella sua posizione d’origine, alle spalle dell’altare maggiore.
«Con la restituzione del Cristo del Giambologna e i prossimi lavori di restauro degli ultimi dipinti presenti in S.Egidio e la nuova illuminazione si darà ancora più valore al patrimonio artistico presente in questo presidio con l’auspicio che possa essere inserito come ulteriore meta del circuito dei musei fiorentini» ha dichiarato Emanuele Gori, direttore sanitario Azienda Usl Tc.
Andrea Vannucci, assessore Welfare e Sanità del Comune di Firenze ha evidenziato il grande lavoro di squadra che ha permesso di restituire alla città un bene prezioso che fa crescere la curiosità per il bello e per i tesori nascosti. Alla cerimonia era presente anche Francesca Ciraolo direttore presidio Santa Maria Nuova, che ha evidenziato come l’arte e la cultura sia un connubio che contraddistingue la Chiesa di S.Egidio inserita all’interno di un complesso ospedaliero antico ma con strutture e servizi all’avanguardia.
«Come Presidente della Fondazione SMN non posso altro che ringraziare il Rotary Club Firenze Val di Sieve per l’interesse che da anni mostra alla nostra istituzione – ha detto Giancarlo Landini, Presidente Fondazione SMN – Penso che le sinergie fra organismi pubblici e privati finalizzati alla conservazione e allo sviluppo dei beni artistici sia una opportunità che vada sempre più sfruttata; associazioni come il Rotary che mettono insieme professionisti e imprenditori che vogliono dare il loro contributo alla realtà sociale in cui operano sia molto importante e speriamo in futuro di poter continuare queste nostre collaborazioni. I risultati ottenuti sono rilevanti perché insieme abbiamo quasi completato il restauro della chiesa di Sant’Egidio, chiesa significativa per la storia dell’arte, ma non sufficientemente conosciuta a Firenze, e proprio per questo il passo successivo che si potrà fare insieme sarà quello di pubblicare un libro sulla storia artistica e i restauri effettuati in questa chiesa importante che, con impegno comune, è riportata ad essere fruita ed apprezzata dai fiorentini.«
Il complesso lavoro di restauro, durato circa 18 mesi, è stato interamente finanziato dal Rotary Club Firenze Valdisieve, per un importo complessivo di 15.000 euro, con il quale la fondazione Santa Maria Nuova onlus ha firmato un protocollo d’intesa per fissare i reciproci impegni.
Il restauro condotto abilmente dalla dottoressa Anna Fulimeni ha rilevato un’opera di altissima qualità, quasi completamente dimenticata sia a causa della sua esposizione a notevole altezza, sia per le pesanti ridipinture che avevano stravolto totalmente il modellato di grande raffinatezza esecutiva. Numerosi rilievi effettuati sul Crocifisso di Sant’Egidio e su quello che il Giambologna aveva realizzato nel 1598 per la propria cappella funeraria in Santissima Annunziata hanno evidenziato come ambedue le opere, una in bronzo l’altra in cartapesta, siano state realizzare dalla stessa forma approntata dal maestro. Non solo, sullo stesso Crocifisso del Sant’Egidio si ritrovano similitudini di forma con altre opere realizzate dal maestro, una conservata nella Chiesa di San Michele a Monaco e l’altra sull’altare della cattedrale di Pisa. Pertanto a seguito di un’attenta analisi si può affermare che l’esecuzione materiale della cartapesta sia attribuita ad uno dei più qualificati collaboratori ed eredi della scuola del Giambologna.
Il Crocifisso in cartapesta dipinta, prima del restauro si presentava in pessimo stato di conservazione. L’opera era ridipinta con una patinatura scura stesa probabilmente nell’Ottocento in modo da simulare una scultura in bronzo. L’eccezionale livello qualitativo dell’opera, in particolare l’originaria policromia stesa su un corpo anatomicamente proporzionato, è emerso dopo il restauro eseguito da Anna Fulimeni laureata all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e specializzata nel settore sculture lignee policrome. La restauratrice dal 2007 in accordo con la Soprintendenza Belle Arti di Firenze e la Fondazione Santa Maria Nuova è impegnata nel restauro dei crocifissi di proprietà della prestigiosa istituzione, alcuni dei quali sono visibili nel percorso museale dell’Ospedale Santa Maria Nuova. Il complesso lavoro di restauro è stato diretto del dottor Claudio Paolini.
I saggi preliminari sulla policromia hanno rivelato la presenza di tre patinature a finto bronzo eseguite sopra la stesura originale del carnato e del perizoma. La rimozione delle patinature è stata estremamente complessa per lo stato di conservazione dei pigmenti; per riscoprire il colore originale sono stati pertanto necessari numerosi passaggi, eseguiti con solvent – gels e soprattutto meccanicamente con l’utilizzo del bisturi. Questo ha comportato un lavoro estremamente delicato. Le complesse operazioni riguardanti la rimozione delle stesure a finto bronzo hanno riportato alla luce il colore originale dell’opera nel carnato e nel perizoma restituendo una policromia naturalistica stesa su un corpo morbido e tornito, qualificato da un bellissimo volto contornato dai morbidi capelli che scendono sulle spalle.