Arte & Mostre
Firenze, Gli Uffizi si arricchiscono di un’opera di Daniele da Volterra
Fino a qualche mese fa era in mostra, tra le opere più importanti, ai Musei di San Domenico a Forlì per l’esposizione curata da Antonio Paolucci e Gianfranco Brunelli «L’Eterno e il tempo tra Michelangelo e Caravaggio», oggi gli Uffizi ne annunciano la sua acquisizione, direttamente dai suoi proprietari i conti Pannocchieschi d’Elci. Parliamo del dipinto di Daniele da Volterra (1509-1566) «Elia nel deserto», un olio su tela 81X115 cm., databile tra il 1543 e il 1547 e realizzato sotto il papato di Paolo III Farnese, già menzionato da Benedetto Falconcini nell’Elogio del pittore in casa dei suoi discendenti Ricciarelli a Volterra nel 1772, da qui poi in via ereditaria nella collezione senese.
Ispirato dalle invenzioni di Michelangelo Buonarroti nel Giudizio Universale, di cui il pittore era stretto collaboratore e amico, l’opera si configura come un capolavoro della pittura italiana del Cinquecento e la rarissima iconografia del profeta, raffigurato in meditazione davanti al pane e al vino, simboli eucaristici, la qualificano quale opera pionieristica per la pittura della Controriforma.
L’importante acquisizione è stata presentata nell’Auditorium Vasari dal Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt insieme ad Anna Di Bene, Soprintendente della SABAP di Siena, Grosseto e Arezzo, Alessandro Bagnoli, della stessa Soprintendenza, e dalle due studiose che hanno dedicato studi fondamentali all’opera, Barbara Agosti, professore associato di Museologia e critica artistica e del restauro all’Università degli studi di Roma «Tor Vergata», e Vittoria Romani, professore ordinario di storia dell’arte all’Università degli studi di Padova, alle due ultime si deve la mostra «Daniele da Volterra: I dipinti d’Elci» che si è svolta lo scorso anno alla Galleria Nazionale d’arte antica di Palazzo Corsini a Roma.
Nell’occasione la Soprintendente Anna Di Bene ha affermato: «La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti, e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo ha il piacere di ricordare che nel 1979 l’allora Soprintendenza per i Beni Storico Artistici di Siena e Grosseto propose il vincolo per i due straordinari dipinti di Daniele da Volterra, che provenivano dalla casa del pittore (Madonna col Bambino, San Giovannino e Santa Barbara e l’Elia nel deserto). Questo ormai lontano atto amministrativo ha finalmente dato i suoi frutti, perché sta alla base dell’odierna entrata dell’Elia nel deserto nella collezione degli Uffizi, acquisizione che l’Ufficio territoriale di tutela ha in tutti i modi favorito.»
Il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt ha sottolineato: «Con la nuova sala di Michelangelo da poco inaugurata, il tempismo dell’acquisto del capolavoro di Daniele da Volterra non potrebbe essere migliore. Infatti, nei nuovi spazi dedicati alla pittura del Cinquecento, che in questo momento stiamo preparando, l’Elia nel deserto avrà un posto d’onore accanto alla Strage degli Innocenti (1557) già ab antiquo nelle collezioni medicee, anch’esso una rarità tra i dipinti su tavola o tela pervenutici – meno di dieci – della mano del maestro, amico carissimo di Michelangelo, la cui gravitas scultorea egli interpreta in maniera esemplare.»
Da segnalare l’interesse collezionistico e il valore dell’artista nel mercato, un disegno raffigurante Didone addormentata (cm. 33.2 x 45.9) è stato venduto da Christie’s a Londra il 27 settembre 2016 per ben 797mila sterline, all’epoca l’equivalente di 925mila euro.