Arte & Mostre

Danzando sui ponteggi con la Salomé del Lippi

DI LORELLA PELLIS«Quel mondo dorato di santi e Gesù lo tocchi con mano, l’è sceso quaggiù». Chi l’avrebbe mai detto che questa strofa del cantautore fiorentino Riccardo Marasco, tratta dalla sua canzone dedicata all’alluvione del 1966, sarebbe diventata in qualche modo realtà non nel Battistero fiorentino, dov’era ambientata, ma… nel duomo di Prato. Per la verità, fortunatamente, stavolta l’alluvione non c’entra e il mondo non dorato, ma coloratissimo di Filippo Lippi comprende non solo santi ma anche personaggi non troppo «raccomandabili» come Salomè, la danzatrice che chiese in dono la testa di Giovanni il Battista. Ma l’effetto è quello: gli affreschi dipinti per essere visti dal basso, si possono davvero «toccare con mano» o, meglio, ammirare dallo stesso punto di vista dell’artista da cui più di cinquecento anni fa vennero realizzati. Merito del restauro che li riguarda e che consente anche al pubblico di usufruire in modo speciale già da questi giorni di un vero e proprio «cantiere aperto», nascosto dietro il grande Crocefisso realizzato appositamente da Emilio Farina a copertura dei «lavori in corso». I visitatori dunque, per tutta la durata del restauro possono seguire l’intervento dei tecnici salendo sui ponteggi. Sul sito internet www.restaurofilippolippi.it si possono inoltre acquisire notizie sull’artista e seguire particolari fasi dei lavori. Quello nella Cappella maggiore del Duomo di Prato è attualmente l’unico cantiere visitabile in tutta Italia e riguarda l’opera senza dubbio più importante di Filippo Lippi, considerata uno dei massimi capolavori del primo Rinascimento italiano: le Storie di Santo Stefano e di San Giovanni Battista realizzate fra il 1452 e il 1465. Si pensi che per questo ciclo pittorico – il più pagato della storia – il frate e artista fiorentino percepì ben millenovecentosessantadue fiorini, una somma enorme per quei tempi. Il restauro dei dipinti, sostenuto dalla Diocesi di Prato, e interamente finanziato dal ministero per i Beni e le attività culturali, tramite la Soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio di Firenze, Pistoia e Prato, è iniziato nel 2001 con l’allestimento del cantiere di servizio e l’avvio della prima fase operativa: quella delle acquisizioni conoscitive riguardanti la tecnica esecutiva, lo stato di conservazione, le cause del degrado.«All’inizio è stato un lavoro prevalentemente di diagnostica – ci spiega Isabella Lapi Ballerini, progettista e direttore dei restauri – mesi nei quali non si è toccato nulla ma si è analizzata la situazione per andare a creare una sorta di cartella clinica dei dipinti. Attualmente siamo in fase di prepulitura. Serve sia a togliere il velo di sporco che si è depositato negli ultimi 30 anni, sia ad evidenziare problematiche su cui poi devono essere fatte valutazioni e scelte. Già, comunque, si può parlare di restauro». Le indagini diagnostiche sono curate prevalentemente dall’Opificio delle pietre dure di Firenze. «Fra i problemi da affrontare in questa fase – sottolinea Isabella Lapi Ballerini – ci sono quello legato ai fissativi e il fatto che Lippi aveva dipinto molto a secco, senza una buona tecnica. Inoltre, un altro nodo è legato al degrado della materia pittorica a causa del fenomeno della solfatazione che trasforma il carbonato di calcio in solfato di calcio creando un disfacimento del colore che tende a staccarsi». Dal momento che per il completo svolgimento dei restauri serviranno alcuni anni, sicuramente non meno di tre, la Soprintendenza ha sostenuto fortemente l’attuazione di visite guidate proprio per non precludere al pubblico la visibilità del capolavoro di Filippo Lippi per tempo.«In questo senso – dice ancora il direttore del restauro – sarà un percepire un cantiere in progress. Attualmente, per esempio, la scena con Salomè, l’ultima eseguita dal Lippi, è visibilissima e non ancora toccata dai lavori». Fra sei o sette mesi le cose cambieranno e Salomè, per un po’, non danzerà più… Le visite al cantiere di restauro degli affreschi di Filippo Lippi possono essere effettuate il sabato (ore 10, 11, 16 e 17), la domenica e i festivi (ore 10 e 11). Tuttavia su richiesta e con almeno 10 giorni di anticipo saranno possibili visite per gruppi precostituiti in orari e giorni diversi da quelli indicati. La visita dura un’ora circa. L’accesso ai ponteggi viene consentito a gruppi fino a 12 persone. L’ingresso al cantiere è da via Santo Stefano 1, dietro al Duomo. La prenotazione è obbligatoria. Il biglietto costa 8 euro. Il pagamento del biglietto può essere fatto presso il Museo dell’Opera del Duomo (il mercoledì dalle 15 alle 16) oppure tramite bonifico bancario. Per informazioni e prenotazioni è attivo un Call center: Agenzia per il turismo 0574-24112 (lunedì-venerdì 9-13).Le immaginiUn’emozione forte a vista ravvicinataIl sito dei restauri