L’universo ha una storia lunga 14 miliardi di anni, è composto da decine di galassie, raggruppate in “ammassi” lontani fino a 30 milioni di anni-luce dalla terra, in esso sono stati scoperti finora circa 600-700pianeti: di questi argomenti, apparentemente, “lontani” dalla religione, si è parlato questa mattina nella Sala stampa vaticana che ha invitato i giornalisti alla presentazione della mostra Storie dall’altro mondo: l’universo dentro e fuori di noi, in programma a Pisa dal 10 marzo al 1 luglio 2012. Ne hanno parlato il direttore della Specola Vaticana, p. José Gabriel Funes sj, il presidente della Fondazione Palazzo Blu (sede della mostra) Cosimo Bracci Torsi, e il vice-presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, Antonio Masiero. La scelta della città di Pisa per questa mostra ha detto p. Funes è legata alle figure di Galileo Galilei che vi nacque e al card. Pietro Maffi che vi svolse il suo ministero pastorale. Il Maffi fu un appassionato divulgatore di astronomia e riscuoteva stima nell’ambiente scientifico, sostenendo la necessità di una collaborazione tra scienza e fede nella ricerca del significato più profondo dell’esistenza umana.Insieme alla Specola Vaticana, l’osservatorio astronomico istituito nel 1789 e oggi presente con proprie sedi a Castel Gandolfo (Roma), a Tucson in Arizona (USA) e sul monte Ghaham, sempre in Arizona, partecipa alla organizzazione della mostra a Pisa l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. I nostri ricercatori ha spiegato il vice-presidente Antonio Masiero sono presenti in tutti i continenti e si occupano di fusione nucleare, di onde gravitazionali che sono le increspature spazio-tempo prodotte da catastrofi stellari, di ricerca dei neutrini, di acceleratori di particelle. Lavoriamo quindi,potremmo sintetizzare, per cercare la materia oscura del cosmo, per capire i misteri dell’universo. Masiero ha aggiunto che la storia dell’istituto si rifà all’esperienza della scuola di via Panisperna, appoggia l’attività del grande acceleratore del Cern a Ginevra, cura esperimenti in orbita come i recenti Ams, Pamela e Fermi. La mostra di Pisa ha aggiunto si occuperà dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo, rivolgendosi soprattutto ai giovani per stimolarli alla curiosità su come sia nato e come vive l’universo in cui ci troviamo. Le difficoltà maggiori per far giungere l’uomo su Marte non sono al momento attuale legate ai sistemi di trasporto quanto piuttosto alla protezione degli astronauti dalla radiazioni contenute nei raggi cosmici. Se si giungerà a adeguate protezioni, che evitino i rischi connessi all’esposizione di 6 mesi nel viaggio di andata e di altri 6 mesi in quello di ritorno, con rischi molto elevati di cancro, è possibile che l’uomo possa giungere su Marte: lo ha detto oggi don Alessandro Omizzolo, della Specola Vaticana, alla conferenza stampa di presentazione della mostra di Pisa. Lo scienziato ha spiegato che la mostra ospiterà strumenti, immagini, reperti astronomici di primo piano, tra di essi frammenti di materiale lunare, frammenti di meteorite di Marte, mappature dei cieli risalenti a fine 800 realizzate da suore che erano specializzate in questo minuzioso lavoro di rilevazione delle posizioni delle stelle visibili con i telescopi di allora. Oggi ha detto tra l’altro il direttore della Specola Vaticana p. José Funes, sappiamo di ignorare il 96% di ciò che, in termini di materia ed energia, costituisce l’universo. Grazie ai moderni acceleratori di particelle forse siamo vicini a chiarire il mistero dell’origine della materia. Ma siamo solo al punto di partenza e non ancora di arrivo’ in tali ricerche. (Sir)