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USA: ESCALATION DI ACCUSE ALLA SIRIA
Escalation verbale della casa Bianca contro la Siria. Ieri Washington è tornata ad accusare Damasco di dare ospitalità e copertura a membri del regime di Saddam Hussein; di avere fornito, durante la guerra, materiale bellico e uomini in armi all’Iraq; di disporre di armi di distruzione di massa bio-chimiche e di finanziare e proteggere il terrorismo internazionale. Gli Stati Uniti minacciano il ricorso alle sanzioni contro uno stato che definiscono «terrorista». Ma la Siria respinge le accuse e si dice pronta ad accettare ispezioni.
La Gran Bretagna, però, principale alleata Usa nella guerra in Iraq, non condivide la posizione americana. Il premier britannico Tony Blair, parlando ieri alla Camera dei Comuni, ha negato che ci sia un progetto di invasione della Siria. Sulla stessa linea anche il ministro degli Esteri britannico, Jack Straw, che ha evitato di far propria la definizione della Siria come “Stato canaglia”, usata ieri dalla Casa bianca
Anche il Canada pensa che Washington dovrebbe portare le accuse contro Damasco al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, cui spetta valutare la situazione ed eventualmente adottare una risoluzione. Sulla stessa linea Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite, preoccupato, secondo quanto dichiarato dal suo portavoce, che l’ondata di attacchi degli Stati Uniti alla Siria possa ulteriormente destabilizzare il Medio Oriente dopo lo choc della guerra in Iraq non ancora conclusasi. Annan “ribadisce con forza il punto di vista che ogni pretesa minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali debba essere trattate in conformità con la Carta dell’Onu” e, quindi, nell’ambito delle Nazioni Unite.
Secondo il quotidiano londinese Guardian questa volta la Casa Bianca si sarebbe schierata con le «colombe» contro i «falchi» del Pentagono. Bush avrebbe infatti bloccato la messa a punto di un piano preliminare per attaccare la Siria, che era stato commissionato nei giorni scorsi dal ministro della difesa Usa Donald Rumsfeld ai suoi generali. Parallelamente, Rumsfeld avrebbe incaricato i suoi consiglieri politici, Douth Feith e William Luti, di preparare un testo che elencasse i principali argomenti capaci di giustificare l’offensiva: i legami con i gruppi terroristi, i presunti programmi di riarmo e la presenza di armi chimiche, la fornitura di armi a Saddam Hussein. Il testo di Feith e Luti sarebbe stato presentato alla Casa Bianca per convincere Bush a a fare questo nuovo passo: la guerra alla Siria. Ma Bush, che il prossimo anno andrà alle elezioni con due cantieri aperti di primo rilievo come l’Afghanistan e l’Iraq, non avrebbe in realtà intenzione di imbarcarsi in una nuova avventura, rivelano fonti Usa al Guardian.