Scoperta con l’uso di antenne radar la parete del chiostro della chiesa fiorentina del Carmine su cui Masaccio dipinse il grande affresco della «Sagra» che raffigurava la consacrazione della basilica, avvenuta il 14 aprile 1422. Il dipinto, che doveva misurare 10 metri per 2,5, fu ammirato e copiato per secoli e, secondo alcune fonti, se ne persero le tracce nel 1612, in seguito ai lavori di ampliamento del primo chiostro. Era una «fotografia» della Firenze dell’epoca e Masaccio vi raffigurò i notabili tra cui, oltre a se stesso, Donatello, Brunelleschi, Masolino da Panicale, Niccolò da Uzzano. La scoperta della parete è il primo risultato di tre anni di indagini condotte con tecnologie all’avanguardia dalla Editech (un centro diagnostico per i beni culturali) diretta dall’ingegnere Maurizio Seracini in collaborazione con l’Opificio delle pietre dure ed il laboratorio di tecnologie per i beni culturali del Dipartimento di elettronica e telecomunicazioni della facoltà di Ingegneria dell’Università di Firenze. L’ha finanziata l’Ente Cassa di Risparmio. La ricerca ha spiegato nel presentarla il coordinatore Francesco Gurrieri, docente alla facoltà di Architettura a Firenze ha rivelato la presenza di un volume compreso tra l’intradosso della volta, la parete delle chiesa e il solaio superiore, parzialmente riempito da materiale poco coeso. Se quindi qualche traccia della pittura non è stata perduta, essa è da ricercarsi in questa porzione di parete su cui poggia una volta. Una indagine endoscopica, effettuata con una sonda munita di fibra ottica, inserita in due fori praticati nell’intonaco, ha documentato che al momento è impossibile la vista della antica parete esterna della chiesa. Occorrono dunque ora dei saggi manuali nell’area individuata per verificare l’eventuale presenza del capolavoro. Secondo alcune fonti, l’affresco della «Sagra», posto a pochi metri dalla celeberrima Cappella Brancacci nella basilica del Carmine, potrebbe anche essere nascosto dietro ad una parete che gli fu alzata davanti senza danneggiarlo, come asserisce Giovanni Cinelli nella sua pubblicazione «Le bellezze della città di Firenze» della seconda metà del Seicento.«La Sagra di Masaccio» è anche il titolo del volume (Pagnini e Martinelli editori, pagine 72, euro 12) di Divo Savelli, che ha collaborato alla ricerca, edito in una seconda edizione e che è stato presentato il 4 marzo nella sede degli Amici dei musei.L.P.