Cultura & Società
Vita da lupi. Un progetto con l’Università di Sassari per conoscere il re dei predatori del parco nazionale delle Foreste casentinesi
Gli obiettivi prioritari sono quelli di valutare l’impatto sugli ungulati selvatici, di monitorare i tentativi di predazione sugli allevamenti e registrare le interazioni con i cani da guardianìa presenti.
I dati dei radiocollari permetteranno anche di stimare le dimensioni degli home ranges (spazi vitali), eventuali eventi di dispersione, ritmi di attività, scelta dei luoghi di riproduzione e relazioni territoriali tra branchi vicini.
La possibilità di seguire puntualmente gli spostamenti degli individui dotati di radiocollare, e quindi del loro branco di appartenenza, consente non solo di determinare il tasso di predazione sugli ungulati selvatici, la selezione delle prede, e quindi la potenziale capacità di incidere sulla dinamica delle popolazioni di prede, ma anche di registrare gli avvicinamenti agli allevamenti e le loro modalità. A questo scopo saranno create delle recinzioni virtuali (virtual fences) in allevamenti che si trovano nel raggio di azione potenziale dei branchi campionati. Quando i lupi entreranno dentro i confini individuati partirà un messaggio di avvertimento via mail o sms agli operatori: questo consentirà di valutare l’intensità di frequentazione delle aree sensibili occupate da allevamenti di animali domestici e di trarre indicazioni gestionali utili alla prevenzione dei danni da predazione.