Cultura & Società
Giustizia, un libro per difendere le vittime di reato e le loro famiglie
Nel nostro ordinamento giudiziario, la vittima tende spesso ad essere trascurata. Il codice di procedura penale si concentra sul processo, sull’operato dei giudici e sulla gestione e sui diritti dell’indagato e tende a trascurare la vittima di reato. E il delicato tema della vittimologia è stato oggi al centro di una mattinata di lavori organizzata dall’Associazione Nazionale Funzionali della Polizia di Stato, dall’Associazione Lorenzo Guarnieri e dall’Università degli Studi di Firenze, in cui è stato presentato il libro “Investigare 4.0, Criminologia e Criminalistica-Viaggio nel mondo delle indagini”.
La presentazione che si è tenuta a Firenze, alla presenza della Rettrice dell’Università e del Prefetto e del Questore di Firenze, si è focalizzata sull’importanza di costruire un processo investigativo che tenga conto dell’importanza della vittima di reato, sia per avere una investigazione più efficace, sia per evitare fenomeni di vittimizzazione secondaria che danneggiano, spesso in modo irreparabile, le vittime di reato e le loro famiglie. Tutto questo in linea con la direttiva europea 219/2012 che stabilisce quali sono i diritti minimi delle vittime di reato.
Di questo, insieme ai curatori del libro, ne ha parlato anche Stefano Guarnieri, vice presidente dell’Associazione Lorenzo Guarnieri e co-autore del capitolo dedicato alla vittimologia. In particolare, ha ringraziato la Polizia di Stato per il grande lavoro fatto con il progetto Chirone “linee guida per l’operatore di polizia nell’approccio con le vittime di scontri stradali e ferroviari” a cura del primo dirigente Elisabetta Mancini. Queste linee guida sono un esempio virtuoso di come la Polizia di Stato possa essere vicina in maniera corretta alle vittime di reato aiutandole in un percorso difficile e spesso solitario. Una dimostrazione pratica su come stare “dalla parte delle vittime”.