Cultura & Società
Palazzo Davanzati: il museo riapre al pubblico completamente riallestito e rinnovato. Capolavori mai visti e sezioni speciali in mostra
Questi sono i numeri di Palazzo Davanzati, parte integrante del gruppo statale dei Musei del Bargello, che riapre al pubblico oggi dopo mesi di intenso lavoro – il museo è stato chiuso dal 23 marzo al 23 settembre – durante i quali il palazzo, che con i suoi quasi sette secoli di vita è tra i più antichi e meglio conservati edifici medioevali della città di Firenze, è stato completamente riallestito e rinnovato pur mantenendo intatto il fascino di antica dimora fiorentina come era stato pensato alla nascita del museo.
La necessità di ripensare il percorso espositivo di Palazzo Davanzati (il cui allestimento non veniva modificato dal 2009), rendendolo didatticamente più fluido e al contempo arricchendolo con altre opere di alto valore artistico, sono stati i fattori che hanno determinato il riallestimento curato dal responsabile del museo, Daniele Rapino, sotto la guida del direttore dei Musei del Bargello Paola D’Agostino, con la collaborazione dell’architetto Lorenzo Greppi.
Il progetto è stato reso possibile grazie a due finanziamenti straordinari del Ministero della Cultura erogati nell’annualità 2019-2020: 500mila euro sono stati destinati al riallestimento e alla messa in sicurezza delle sale del Museo e ulteriori 90mila euro specificamente destinati alla Sala dei Merletti, con un nuovo allestimento e una nuova illuminazione tali da valorizzare questa collezione straordinaria e unica nel suo genere.
“Dopo sei mesi di lavori torneremo a visitare e ad ammirare il Museo di Palazzo Davanzati completamente riqualificato, con un allestimento che non solo valorizza la collezione esistente ma prevede anche elementi di novità interessanti. – ha sottolineato la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini – Un palazzo ricco di storia e cultura che custodisce un patrimonio prezioso assolutamente da riscoprire”.
“Il Davanzati è il museo per eccellenza che esemplifica non soltanto il ruolo chiave degli antiquari e collezionisti attivi a Firenze tra fino Ottocento e primo Novecento nel diffonderne l’idea di Medioevo e Rinascimento fiorentino in Italia e nel mondo, ma anche l’impegno dello Stato italiano dal dopoguerra a oggi nel tutelare e rendere fruibile uno dei rari esempi di casa torre trecentesca e di museo dedicato alla vita privata a Firenze dal Trecento alla fine del Cinquecento – spiega Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello -. ll nuovo allestimento coniuga secondo un più razionale ordine cronologico, il riallestimento delle sale di rappresentanza e di vita privata, con l’inserimento di alcune sale ripensate secondo i più moderni criteri museografici, dedicate ad artisti, temi specifici o incentrate su manufatti singolarissimi, come la coperta Guicciarini. Negli ultimi tre anni c’è stato un lungo lavoro di ricerca da parte del curatore Daniele Rapino, coadiuvato da Bendetta Matucci, per selezionare le opere da esporre, alcune per la prima volta visibili al pubblico e in prestito temporaneo dai depositi del Museo Nazionale del Bargello, e seguire i restauri di tanti manufatti diversi tra loro, dai mobili ai merletti antichi, di cui il Davanzati conserva un nucleo importante. Con l’architetto progettista del nuovo allestimento e direttore dei lavori, Lorenzo Greppi c’è stato un confronto continuo per arricchire il racconto museale nei delicati ambienti del museo. È stata anche l’occasione di confronto e collaborazione tra studiosi di generazioni diverse, da una specialista di merletti come Marina Carmignani, ad una collaborazione scientifica a tempo determinato con Gioia Romagnoli, selezionata con un bando pubblico dai Musei del Bargello, fino ad una giovane studiosa, Giulia Cantoni, selezionata dalla Direzione Educazione e Ricerca del Ministero della Cultura per un tirocinio formativo retribuito. Tutto il personale del Museo di Palazzo Davanzati ha lavorato, durante i musei di chiusura, per seguire i lavori e tenere in sicurezza il museo”.
“L’idea che mi ha guidato nel nuovo allestimento del Museo di Palazzo Davanzati è stata quella di offrire un’esperienza di visita rinnovata, rendendo il percorso didatticamente più fluido e più comprensibile l’approccio a ciò che il palazzo rappresenta, ovvero l’esempio più fedele alla realtà di una dimora fiorentina di epoca rinascimentale. Il lavoro è stato soprattutto un riordino della collezione esistente, scandita in ordine temporale, integrata con straordinari capolavori provenienti dai depositi del Museo Nazionale del Bargello”, spiega il responsabile del Museo Daniele Rapino.
“Nell’affrontare il lavoro di progettazione degli allestimenti integrati del Museo di Palazzo Davanzati – racconta l’architetto Lorenzo Greppi – ho dovuto mediare tra le complessità che ne caratterizzano l’identità ovvero tra la dimensione museale e quella abitativa. Questo ha comportato da una parte una serie di scelte di allestimento fisico, attraverso l’uso di teche, vetrine e basi espositive e dall’altra un uso equilibrato della parte illuminotecnica alternando illuminazione puntuale e illuminazione diffusa là dove l’intenzione è quella di mostrare il singolo oggetto ma sempre all’interno di un contesto architettonico e di rimando alla vita domestica rinascimentale”.
Il Palazzo fu fatto costruire dalla famiglia Davizzi nella prima metà del Trecento e nel 1558 passò alla famiglia Davanzati: esso segna il passaggio dalla casa torre medievale alla casa mercantile, in uno sviluppo verticale su quattro livelli più il piano terra. Elia Volpi, mercante d’arte e antiquario, agli inizi del ‘900, recuperò il Palazzo nel suo aspetto originario destinandolo a rappresentare la fiorentinità abitativa in epoca rinascimentale, seppur parziale e incompleta. Il medesimo intento guidò Luciano Berti quando, nel 1956, inaugurò questo museo arredandolo con oggetti provenienti dalle collezioni fiorentine, arricchite successivamente con acquisti e donazioni. Senza in alcun modo venir meno a queste idee primigenie oggi è stato effettuato un lavoro di riordino della collezione presente integrata, quanto più possibile, con un nucleo di opere in prestito temporaneo dalle collezioni e dai depositi del Museo Nazionale del Bargello. Questi ultimi oggetti di grande valore storico-artistico sono stati scelti per la loro relazione temporale e culturale, non solo con le opere più rappresentative già presenti nel museo, ma anche con l’edificazione e le epoche più significative vissute dagli abitanti del Palazzo.
All’interno dei celebri ambienti del Palazzo, dalla Sala dei Pappagalli alla Camera dei Pavoni fino alla camera con le storie tratte dalla leggenda medievale della Castellana di Vergi, accanto ad opere d’arte di Antonio Rossellino, Lorenzo Ghiberti, Maestro di Serumido, Jacopo del Sellaio, Mariotto di Nardo, si fanno spazio alcuni dei fiori all’occhiello del nuovo allestimento, suddiviso per epoca, dal primo piano, con opere e arredi del Trecento e Quattrocento, al secondo piano, con opere e arredi dal Cinquecento al Settecento, mentre il terzo piano accoglie la nuova sala dedicata ai merletti e ricami, una sala dedicata all’arte quattrocentesca fiorentina e la sempre affascinante cucina.
E ancora, una novità sono le immagini che scorrono su una parete delle nuove salette dedicate a Elia Volpi che mostrano il Palazzo nei primi anni del Novecento, con gli arredi raccolti dall’antiquario e alienati con un successo memorabile nelle aste del 1916 e del 1917 a New York. Completano le salette alcune opere pittoriche e grafiche che il Volpi realizzò quando cercava di farsi strada come pittore, alcuni mobili e un’inedita scultura già di sua proprietà, oltre a oggetti appartenenti a lui e ai suoi familiari.
Una particolare attenzione, nel corso del lavoro di riallestimento, è stata voluta dedicare dal curatore, Daniele Rapino, alle nuove generazioni di studenti che potranno apprezzare il nuovo percorso espositivo dove l’evoluzione degli stili e della moda abitativa è didatticamente semplificata e al contempo meglio esplicitata, anche con l’ausilio di supporti audiovisivi e pannelli esplicativi.
Grande rilevanza, nell’economia dei lavori, è stata infine data all’aspetto illuminotecnico di tutto il museo. Sia per ragioni conservative che per ragioni legate al risparmio energetico, è stata sostituita la gran parte dei corpi illuminanti che sviluppavano molto calore e consumavano molta energia, con corpi illuminanti a LED, migliorando al contempo la fruizione degli ambienti e delle opere esposte.
GIORNI DI CHIUSURA: il lunedì – la I, III e V domenica del mese