Cultura & Società
Maggio musicale, la Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven, diretta da Zubin Mehta, in omaggio alla Città di Firenze
I solisti impegnati nell’esecuzione sono il soprano Mandy Fredrich, il mezzosoprano Marie-Claude Chappuis, il tenore AJ Glueckert e il baritono Florian Boesch. Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini.
Mandy Fredrich formatasi artisticamente alla Universität der Künste di Berlino e alla Hochschule für Musik und Theater di Lipsia è una presenza costante nelle programmazioni dei più importanti teatri lirici come la Staatsoper di Berlino, il Teatro alla Scala di Milano o il San Carlo di Napoli. Nel corso della sua carriera ha inoltre preso parte ad alcuni dei più prestigiosi festival, tra i quali quello di Salisburgo dove ha debuttato nel 2012. Dotata di un repertorio che abbraccia sia le composizioni liriche che sinfoniche, Recentemente, oltre al Concerto di fine anno, si è esibita insieme al maestro Zubin Mehta nel concerto del 24 novembre 2021.
Marie-Claude Chappuis, che torna anche lei al Maggio dopo il Concerto di fine anno del 2021, ha studiato presso l’Universität Mozarteum di Salisburgo ed è già un nome di grande rilievo internazionale: ha collaborato con alcuni dei più prestigiosi festival e teatri lirici al mondo, oltre ad aver lavorato con alcuni fra i più grandi direttori d’orchestra quali René Jacobs, Riccardo Muti, John Eliot Gardiner e Riccardo Chailly.
AJ Glueckert ha debuttato al Maggio nello scorso Concerto di fine anno ed è stato fra i protagonisti della recente e applaudita Ariadne auf Naxos, andata in scena a giugno al Teatro alla Pergola con la direzione del maestro Daniele Gatti per la regia di Matthias Hartmann. Il tenore americano è diplomato al San Francisco Conservatory of Music, ha vinto due volte le “Metropolitan Opera National Auditions” e il suo repertorio abbraccia numerosi compositori fra cui Puccini, Wagner e Donizetti.
Florian Boesch è al suo debutto al Maggio: fra i più apprezzati interpreti della sua generazione, nel corso della sua carriera, Boesch si è inoltre distinto come uno dei più autorevoli esecutori di Lieder a livello internazionale. Si è esibito nei più prestigiosi palcoscenici al mondo insieme ad orchestre come i Wiener e i Berliner Philharmoniker, la Royal Concertgebouw,la Bavarian Radio Symphony Orchestra, la Staatskapielle di Dresda e la London Symphony Orchestra sotto la direzione di maestri del calibro di Riccardo Chailly, Gustavo Dudamel, Daniel Harding e Sir Simon Rattle.
Ludwig Van Beethoven
Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 per soli, coro e orchestra
Ultima creatura sinfonica beethoveniana, la Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 “Corale” segnò un punto di non ritorno nella storia della musica; dopo la Nona nessun compositore poté più cimentarsi nel genere senza fare i conti con quel modello di arte insuperabile lasciato in eredità dal Maestro di Bonn. La genesi dell’ultima sinfonia di Beethoven parte da lontano, da quando, nel 1793, l’autore espresse il desiderio di voler mettere in musica l’Ode alla gioia di Friedrich Schiller. Il messaggio di libertà e fratellanza contenuto nei versi dell’ode si sedimentò nella mente del giovane compositore tanto che nel 1795 compose un lied, Gegenliebe, in cui compare allo stato embrionale quella melodia che in seguito avrebbe preso forma definitiva nell’Inno alla gioia della Sinfonia n. 9. Analogie ancora più evidenti si ritrovano anni dopo nella Fantasia corale op. 80, una sorta di laboratorio preparatorio della Nona Sinfonia alla cui composizione Beethoven si dedicò dal 1822 ai primi mesi del 1824. Il debutto – al Theater an der Wien il 7 maggio 1824 – fu preceduto da prove estenuanti, rese ancor più difficili dal fatto che a dirigere fosse Beethoven stesso, ormai completamente sordo e non più in grado di guidare l’orchestra. Tuttavia questo non inficiò il successo della sua ultima sinfonia, che da subito fu salutata come un capolavoro assoluto. Quale cartina di tornasole, la Sinfonia n. 9 compendia infatti tutte le conquiste musicali maturate negli anni da Beethoven: dalla libertà di forma – con il quarto movimento in cui per la prima volta nella cornice sinfonica la musica strumentale cede il passo alla voce umana – all’uso magistrale della variazione e del contrappunto, dalle affinità tematiche che si rincorrono nell’opera dando un senso di ciclicità e unitarietà alla partitura, fino al messaggio universale di fratellanza cantato dai solisti e dal coro nel movimento finale.
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Allegro ma non troppo, un poco maestoso/Molto vivace. Presto/Adagio molto e cantabile. Andante moderato. Adagio/Finale: Presto. Recitativo. Allegro assai. Allegro assai vivace. Alla Marcia. Andante maestoso. Allegro energico, sempre ben marcato. Allegro ma non troppo. Poco Adagio. Prestissimo
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Direttore Zubin Mehta
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Soprano Mandy Fredrich
Mezzosoprano Marie-Claude Chappuis
Tenore AJ Glueckert
Baritono Florian Boesch
Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
CAVEA DEL TEATRO
Mercoledì 13 luglio 2022, ore 21