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IRAQ: CARITAS, RIDARE FIDUCIA AL POPOLO SCHIACCIATO DA DITTAURA E EMBARGO
“Questa mattina abbiamo contattato l’Ufficio centrale Caritas di Baghdad. Tutto lo staff Caritas in Baghdad sta bene. Le chiese, i centri Caritas e gli uffici non sono stati colpiti. Ci sono molti sfollati nelle chiese e nei locali adiacenti, nei centri Caritas e nei centri comunitari. Molti restano chiusi in casa perché c’è ancora tanta paura, anche a causa dei saccheggi nelle sedi istituzionali e nei quartieri residenziali”. A parlare è Hanno Schaefer, dell’Ufficio di collegamento della rete Caritas ad Amman, che raggiunto telefonicamente dalla Caritas italiana, ha fornito un quadro della situazione “in un Iraq ancora confuso”.
“Occorre adesso ridare fiducia ad un popolo schiacciato per troppo tempo dalla dittatura e dall’embargo ha aggiunto il responsabile – Sicurezza dentro l’Iraq e ai confini. Questa la priorità per poter consentire l’afflusso regolare degli aiuti umanitari”. La Caritas sta operando all’interno dell’Iraq con 14 Centri sparsi tra Mosul, Kirkuk, Baghdad, Bassora – strutture già attive prima della guerra e allertate per questa emergenza , e con il collegamento con le 87 chiese presenti nel Paese e la mobilitazione di 134 operatori e 120 volontari. “Sono anche arrivati dalla Giordania dei convogli a Baghdad e a Bassora ha rivelato Schaefer – ma in modo sporadico, tra pericoli e incertezze. Ad Amman, grazie ai fondi raccolti, sono stati finora acquistati e immagazzinati kit con generi di prima necessità per 22.740 famiglie (113.700 persone). Nei prossimi giorni, verificata l’esistenza di condizioni di sicurezza e garanzie più stabili, partiranno per l’Iraq”.