Cultura & Società

Un quadro del XVIII secolo raffigurante Guido Monaco torna all’antico splendore nella Badia di Arezzo

Realizzato nel XVIII secolo da autore ignoto, misura 170 per 120 centimetri e raffigura un interessante ritratto di Guido d’Arezzo (991-992 circa – dopo il 1033), monaco benedettino considerato ideatore della moderna notazione musicale, con la sistematica adozione del tetragramma, che sostituì la precedente notazione adiastematica.

Il dipinto presentava la tela allentata con una grande lacerazione in basso e una piccola lacerazione verticale, lo strato pittorico appariva offuscato, il retro della tela presentava una grande sgoratura causata da infiltrazioni di acqua e il telaio originale non risultava più idoneo alla sua funzione di sostegno. La cornice a cassetta infine, presentava alcuni danni alla struttura lignea ed erano presenti molti fori di tarli e abrasioni. 

Il lavoro di restauro è iniziato nell’autunno scorso per mano di Manola Bernini. È consistito nella velinatura protettiva della parte lacerata, montaggio del telaio, pulitura del retro e dei bordi da residui di vecchi stucchi. Il dipinto è stato pulito dai materiali di deposito, è stato stuccato delle mancanze di colore a gesso e colla eseguendo l’imitazione della superficie ed è stato oggetto di una integrazione pittorica, ricostruendo le grandi lacune di colore e integrando parti svelate. Le parti lignee danneggiate della cornice sono state pulite dello sporco, stuccate delle abrasioni e dei fori di tarlo e ritoccato con colori a tempera.

“La chiesa della Badia è un posto eccezionale, non una semplice chiesa – afferma l’arcivescovo Riccardo Fontana – un punto centrale nella geografia, ma anche nella storia della città di Arezzo, scrigno di opere d’arte di altissimo valore. Con questa operazione il parroco padre Francesco Bartolucci è riuscito a fare una specie di ‘miracolo’ e un ringraziamento forte va a chi ha curato e permesso il restauro di questa tela che celebra una delle maggiori glorie della nostra città, mai abbastanza decantata. Abbiamo tante risorse artistiche e culturali, vanno riscoperte e valorizzate sia nei confronti degli aretini, che anche in un’ottica turistica”.

Il restauro è stato reso possibile grazie all’interessamento del Rotary Club di Arezzo: “Un dono alla città, che potrà riscoprire un’opera d’arte di grandissimo valore morale e storico – dichiara Oreste Tavanti, Presidente del Rotary Club Arezzo -. È questo lo spirito con cui abbiamo voluto aggiungere agli altri anche questo importante ‘service’.  Per questo restauro dell’antico quadro che rappresenta una rara immagine del nostro Guido Monaco, ringrazio per l’importante contributo anche l’Inner Wheel Carf di Arezzo e, come Presidente del Rotary Club Arezzo, tengo a ringraziare tutti i soci del Club per il loro particolare contributo alla realizzazione dell’evento. Ringrazio ovviamente i restauratori, per il loro lavoro e l’arcivescovo Riccardo Fontana che ci ha consentito di dare un contributo alla realizzazione di questo restauro, che restituisce alla città un’opera significativa, da riscoprire anche a livello storico, attraverso la figura di un personaggio così importante come Guido Monaco. Questo ‘service’ testimonia ancora una volta come il Rotary sia un’associazione di persone votate al bene comune e impegnate a dare non solo un contributo di solidarietà, ma spesso, anche con un forte significato storico e artistico per la nostra città”. 

“Don Vezio Soldani aveva collocato il quadro nel sottocampanile – racconta il parroco padre Francesco Bartolucci ofm conv -. Nel risistemare gli spazi e il materiale in esso contenuto, mi sono accorto che nell’epigrafe era scritto ‘Guido Monaco’ e che il soggetto raffigurato presentava la mano guidoniana. Così, per il valore e l’importanza che ha questo personaggio, si è deciso per il restauro. In parallelo, la bella sacrestia della Badia, è stata risistemata e ulteriormente valorizzata con questo e altri dipinti, con l’idea di renderla uno spazio visitabile anche ai turisti. Un piccolo segno di ripartenza che coincide con il risveglio spirituale che sta vivendo la parrocchia”.

“Siamo davvero onorate, come donne appartenenti all’Inner Wheel Arezzo Carf, e sono onorata io come presidente di questo Club Service – conclude Erica Canocchi – di aver potuto contribuire, insieme al Rotary Club Arezzo, al restauro di quest’opera prestigiosa. Basti pensare all’altissimo valore del soggetto: Guido Monaco, il padre della scrittura musicale moderna, del linguaggio universale più potente, linguaggio in grado di esprimere tutto ciò che è impossibile con le parole, motivo di orgoglio infinito di Arezzo”.