Cultura & Società
Giornata contro l’anoressia, a Firenze gli eventi organizzati dall’associazione dei genitori
Il 15 marzo ricorre la Giornata del fiocchetto lilla, che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei disturbi alimentari. Questa giornata è stata istituita da Stefano Tavilla, presidente dell’associazione «Mi nutro di vita», che nel 2011 ha perso la figlia Giulia, malata di bulimia, perché la lista d’attesa per essere ricoverata in una struttura specifica era troppo lunga e il suo cuore non ha retto. Per l’occasione, sono molte le iniziative volte a dar voce alle tantissime persone che soffrono di tali patologie e ai loro familiari. Tra questi eventi, anche quello organizzato in Palazzo Vecchio dall’associazione Conversando impegnata da anni sul problema sanitario sui disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, binge eating, etc.) che affliggono un numero crescente di persone fin dall’età infantile. «Conversando nasce il 15 aprile del 2004, al termine di un gruppo terapeutico per genitori con figli malati di disturbi alimentari, durato più o meno 3 anni e condotto da due psicologhe dell’azienda ospedaliera di Careggi» spiega Silverio Spitalieri, presidente dell’associazione. «Al termine di questo percorso terapeutico, molto ben fatto, abbiamo voluto costituire un’associazione perché potessimo dare ad altri genitori quello che noi avevano ricevuto». «Incontriamo ogni 15 giorni altri genitori che vivono i disturbi alimentari dei figli e cerchiamo di dare loro, attraverso il racconto della nostra esperienza, indicazioni su come ci si deve rapportare in famiglia in presenza di una patologia del genere. Chi arriva in associazione per la prima volta è completamente spaesato e non sa cosa fare». Fino a quasi venti anni fa, si pensava che se un figlio o una figlia si ammalava di un disturbo alimentare, la colpa fosse della famiglia. Solo recentemente si è capito che la famiglia non è la causa della malattia, ma semmai un’ottima risorsa per la cura. Oggi in Italia ci sono 3 milioni di persone che soffrono di disturbi alimentari. Se a ognuno di questi aggiungiamo anche un solo familiare, i numeri raddoppiano. Nasce proprio per questo la necessità di coinvolgere in modo attivo la famiglia nel percorso di cura del figlio malato. «Partecipare a gruppo come il nostro, in cui si raccontano e si ascoltano varie esperienze, permette di trarre I spunti utili da riportare in famiglia per affrontare nel modo migliore la situazione – continua Spitalieri –. Tra i tanti consigli, potrei ricavare “tre comandamenti”: tenere costantemente l’attenzione al massimo, senza però essere oppressivi, nei confronti della figlia, perché i primi sintomi di un disagio o malessere si possono percepire dai suoi atteggiamenti in ogni momento della giornata. Poi si deve imparare a non dire sempre sì, anche se questa è la tendenza dell’atteggiamento familiare nei confronti di chi soffre di un disturbo alimentare. Infine, dobbiamo cercare di non parlare di cibo in famiglia. Sembrerà una cosa assurda ma bisogna imparare a non focalizzare l’attenzione sul cibo, che è solo la cima dell’iceberg del problema; il problema è profondo, è mentale». L’evento del 15 marzo nel Salone dei Cinquecento, organizzato da Conversando, vuole allora essere un’opportunità di informazione e sensibilizzazione sui disturbi alimentari, attraverso testimonianze e pareri di medici esperti. «Abbiamo coinvolto i medici dell’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi, quelli del Meyer e quelli della usl Toscana centro. È invitato anche il presidente della Società Italiana di medicina generale perché c’è un eccessiva carenza di informazione per i medici di base, che invece dovrebbero essere il primo anello di un percorso di cura dei disturbi alimentari. Dall’anno scolastico 2019-20 portiamo avanti un progetto nella scuole secondarie fiorentine di secondo grado: alcune psicologhe danno informazioni di carattere generale agli studenti sui disturbi alimentari, cercando di educare alcuni rappresentanti di classe, che a loro volta fanno da educatori ai propri compagni di classe. Alla fine, gli studenti realizzano video o cartelloni, esprimendo il loro pensiero e dimostrando di sapere cosa significhi avere un disturbo alimentare». Conversando organizza anche, il 16 marzo alle 21, una serata musicale al teatro Puccini dal titolo «La voce serve, ma è dal cuore che si srotola il canto» sempre con l’intento di aiutare chi è più fragile. Con la speranza che l’intero teatro si colori di lilla. Un’ imperdibile serata musicale ideata da Beppe Dati, paroliere e musicista, autore di alcune delle più belle canzoni della musica italiana. Parteciperanno artisti di fama fra cui Mario Lavezzi e Marco Masini, e giovani talentuosi interpreti, cantautori e attori legati dall’intento di aiutare chi è fragile. Il ricavato della serata andrà a favore dell’associazione Conversando. Ingresso a offerta. Info e prenotazioni : segreteria@conversando.org – cell. 3357690387 – 3483841650. Su richiesta sarà rilasciata la ricevuta per la detrazione fiscale dell’offerta (richiesto pagamento a mezzo bonifico).