Cultura & Società
Cultura, pubblicato il diario del maggiordomo pratese di Cosimo de’ Medici
Fu il «maggiordomo» di Cosimo de’ Medici e uno degli uomini politici più importanti del primo periodo del Ducato fiorentino. Stiamo parlando del pratese Pierfrancesco Riccio (1501-1564), uomo colto e introdotto nella vita sociale e politica dell’epoca. Degli anni in cui Riccio fu un cardine fondamentale del neonato Ducato di Toscana, resta oggi un diario autografo, un libro legato in pelle con decorazione a punteruolo composto di circa 144 carte, conservato presso l’Archivio di Stato di Firenze (Mediceo del Principato, 600) in cui il solerte maggiordomo annotò soprattutto committenze e pagamenti ad artisti, lettere politiche, memorie di avvenimenti legati al governo cosimiano.
La trascrizione integrale di questo interessante documento storico, a tutt’oggi inedito nella sua completezza, corredata da note di approfondimento e da due introduzioni, è stata curata dalle studiose Veronica Bartoletti e Veronica Vestri. Ne è nato un volume, «Un diario del Cinquecento fiorentino: il Memoriale di Pierfrancesco Riccio, Maggiordomo di Cosimo I de’ Medici», che sarà presentato martedì 7 settembre alle ore 18 nel salone consiliare del Comune di Prato. Saranno presenti, oltre alle autrici, il direttore dei Musei Diocesani Claudio Cerretelli e Rita Iacopino, conservatrice del Museo di Palazzo Pretorio. Il volume è finanziato dal Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo e dalla Regione Toscana. In ottemperanza alle norme anti-covid, per partecipare alla presentazione è necessario prenotare (340 5101749 o info@artemiaprato.it) e essere in possesso di green pass.
Per capire il ruolo e il rilievo di Riccio possiamo dire che fin dal 1525 fu presente in casa di Giovanni dalle Bande Nere e Maria Salviati che nel 1526, rimasta vedova, gli affidò la formazione culturale e politica del giovane rampollo mediceo. Dal primo marzo 1545 Cosimo de’ Medici, ormai duca di Firenze e Siena, lo volle come suo primo maggiordomo, il cui ruolo si estese a quello di amministratore delle tenute medicee, organizzatore degli scambi postali del nuovo stato, supervisore di missioni politiche e militare. Almeno per il primo periodo del suo governo, Cosimo delegò a Riccio il ruolo di supervisore di pittori, scultori e artisti impegnati nelle committenze che il giovane Duca affidava per decorare i nuovi palazzi del governo e le sue residenze private. Con l’affermarsi del Granducato e la raggiunta indipendenza politica e personale di Cosimo, Riccio fu poi lentamente allontanato dal suo ruolo. Il diario di Riccio, trascritto nel volume di Prato Cultura, racconta proprio quel particolare periodo storico.
Notizie sulle autrici della pubblicazione
Veronica Vestri. Laureata in storia medievale, diplomata alla Scuola di Archivistica dell’Archivio di Stato di Firenze e laureata alla Scuola Triennale dell’Archivio Segreto Vaticano, ha collaborato con l’Archivio di Stato di Firenze realizzando vari inventari fra cui quello dei fondi Miscellanea medicea e Libri di commercio e di famiglia; ha curato l’edizione di fonti di vario genere fra cui il Memoriale della costruzione degli Uffizi, il diario di Bonaccorso Pitti, l’edizione delle fonti per la costruzione e la decorazione del Salone dei Cinquecento, il testamento di Anna Maria Luisa dei Medici; da molti anni lavora in affiancamento a storici dell’arte e dell’architettura svolgendo ricerche d’archivio e spogli documentari connessi a mostre e convegni; cura l’inventariazione di alcuni archivi privati e comunali; è segretaria della Deputazione dii Storia Patria per la Toscana
Veronica Bartoletti. Laureata in Conservazione dei Beni Culturali con una tesi in storia dell’arte moderna presso l’Università di Siena, ha conseguito un Dottorato di Ricerca Internazionale in Studi sulla Rappresentazione Visiva presso l’Università di Siena, ha curato edizioni di testi di storia dell’arte e ha scritto il volume I nostri tabernacoli, Prato e la Vergine. Si occupa da anni di studio e ricerca sulla Cattedrale di Prato, in particolare sulla reliquia della Sacra Cintola. È stata la responsabile per la didattica della Diocesi di Prato, attualmente è la presidente dell’Associazione culturale ArteMìa, e vicepresidente della Cooperativa Pratocultura, dove riveste il ruolo di responsabile della ricerca e programmazione culturale.