Cultura & Società
Giffoni: De Luca (scrittore),
Si definisce un lettore e non uno scrittore, <<perché ho sempre trovato molta più soddisfazione nel leggere che nello scrivere. La lettura ti regala illuminazioni>>. I percorsi si intrecciano nell’infanzia e i ricordi portano alla biblioteca paterna, un luogo senza censure e, soprattutto, senza libri per bambini. Per De Luca, <<leggere molto ci rende proprietari della nostra lingua e non clienti. Leggere ha un effetto sanitario, perché il libro migliora il sistema immunitario e ci fortifica nei confronti delle bugie e delle falsificazioni>>. Il primo libro scritto poco prima dei quarant’anni, <<ma questo non ha fatto di me uno scrittore se non agli occhi di mio padre. E neanche ora posso definirmi scrittore. Diffido di chi fa della scrittura un mestiere e anche delle scuole di scrittura, non le ho mai frequentate, né ho mai accettato inviti per insegnarvi. Per essere uno scrittore devi abbracciare la rassegnazione esclusiva di mettere tutto dentro la scrittura. Per questo – ha detto rivolgendosi ai ragazzi – non vi inviterei a seguire questa strada>>. <<Il cinema è meraviglioso, ma non ha nulla a che vedere con la scrittura. Un film non è il regista o l’attore, sono i titoli di coda, tutta quell’enorme marea di persone che compongono tassello dopo tassello un’opera collettiva. Il cinema è il risultato di questa pluralità di competenze, a prescindere dalla storia che si sta raccontando>>. Lo ha detto lo scrittore Erri De Luca, intervenendo ieri al Giffoni Film Festival. A chi gli ha chiesto cosa pensasse del cinema di oggi, De Luca ha risposto: <<Il nostro cinema è meno bello di prima, perché non ci sono più i produttori che nel dopoguerra decisero di investire in questa industria, riempiendo le sale. La produzione italiana è soffocata, mentre quella estera ci offre ancora delle sorprese>>. Ma è sui giovani, sulla loro identità e sulle loro infinite possibilità che ha voluto concentrarsi: <<La generazione del dopoguerra, la mia, è stata molto numerosa. Eravamo una quantità di marmocchi nati dopo la decimazione, a causa della guerra, della generazione precedente. Le fibre di quella società tendevano a riprodursi e l’Italia di quegli anni brulicava di nozze e nascite. Voi ragazzi, invece, vi trovate in una situazione strana. Siete pochi, dopo il Giappone siamo il Paese più vecchio del mondo. Ma la vostra riduzione numerica è compensata da misteriose qualità e competenze. Studiate e avete progetti per il mondo, anzi, sentite la responsabilità del futuro del mondo>>. Questo festival, ha affermato lo scrittore, <<è una specie di acceleratore di particelle per una generazione come la vostra, che è per certi versi presocratica, dal momento che vuole spiegarsi com’è fatto il mondo e salvarlo. Ecco perché sono convinto che sarete capaci di inventare un’economia della riparazione opposta a quella dello spreco>>. Il riferimento è ai movimenti giovanili nati intorno alle tematiche ambientali, come i Fridays4future. <<Si dice che il pianeta terra sia a un punto di non ritorno. Non credo sia così, ritengo invece che riuscirete ad afferrare in tempo quel punto e a sbarazzarvi delle generazioni precedenti>>. Inevitabile la riflessione sul rapporto con la natura: <<Per me natura è dove non c’è l’uomo. Sono le montagne che scalo, dove la mia presenza è del tutto irrilevante. Il resto lo chiamo ambiente ed è tutto ciò che ci circonda>>. Poi un accenno al Covid-19: <<Questa epidemia ha fermato le nostre attività e ci ha costretto a ragionare su quale prontezza di reazione abbia avuto l’ambiente per riprendere fiato e riappropriarsi dei suoi spazi>>. De Luca ha, infine, ricevuto dal fondatore e direttore di Giffoni Opportunity, Claudio Gubitosi, un premio che ha voluto destinare alla famiglia di Giulio Regeni.