Quando sentiamo parlare di lana, il pensiero corre subito alle «sapienti» mani che la sanno lavorare. Mani doppiamente sapienti, quindi, se si entra nel mondo della tessitura e di telai che sono un marchio di fabbrica. Oggetti che hanno il sapore buono delle cose del passato, ma che guardano anche all’innovazione stilistica. Un’eccellenza fiorentina che viene dal Rinascimento, dai tempi in cui l’Arte della Lana era la corporazione più potente della città e i manufatti nati sulle rive dell’Arno raggiungevano le corti reali di tutta Europa. Una tradizione che oggi viene portata avanti da tante piccole aziende, eredi delle antiche «botteghe» e di quello stile italiano che ancora il mondo guarda con ammirazione. Un patrimonio che va tutelato, in modo particolare in un periodo come quello attuale in cui l’emergenza sanitaria ha prima stravolto e ora sta ridisegnando le regole della produzione e di tutto ciò che ruota intorno al lavoro. Una situazione in cui per sopravvivere diventa fondamentale sapersi reinventare. È quello che ha cercato di fare in queste settimane la «Fili di lana srl». Nella sua sede in via delle Calandre a Calenzano troviamo lo storico telaio in legno accanto ai telai di ultima generazione, per una produzione di accessori di moda (sciarpe, stole, foulard, mantelle, poncho) e accessori per la casa (plaid, coperte e affini). Un’azienda dinamica, con una particolare attenzione ai social, con il ciclo di tessitura interno e che si avvale di lavoranti esterni qualificati per i processi di ultimazione del prodotto. Prodotti, insomma, di estrema qualità, frutto di un’accurata ricerca stilistica, interamente Made in Italy, realizzati grazie a materie prime altrettanto pregiate che vanno dalla seta al lino e a finissime lane merinos. Prodotti che, in queste lunghe settimane di lockdown, rischiavano di restare fermi in azienda.E invece Francesca Vannini, la moglie del titolare dell’azienda Elio Guetta, ha reinventato il proprio stile di vendita: lei che normalmente si occupa dell’outlet interno alla fabbrica ha iniziato a organizzare consegne a domicilio. «Anche per dare una risposta – racconta – alle tantissime e-mail arrivate nell’ultimo periodo da parte di clienti affezionati che ci chiedevano quando avremmo riaperto». Fra l’altro, dopo aver chiuso tutto in anticipo, all’inizio di marzo, prima che l’emergenza sanitaria raggiungesse il suo culmine. E così, quella che è stata un’idea nata quasi per gioco, si è trasformata in un’altra opportunità. «Tutti i giorni facciamo dalle dieci alle quindici spedizioni e l’entusiasmo che ci metto, penso trapeli anche dalle mie parole». Certo è che per andare avanti, soprattutto nei prossimi mesi, servirà anche altro. «Il nostro “entusiasmo produttivo” non può essere sufficiente se non riprende la vendita nei negozi, così come sarà necessaria una politica attenta alle aziende e alle loro esigenze. Questa chiusura forzata ci ha messo molto in difficoltà, così come ha fatto con tanti altri. Adesso abbiamo bisogno di risposte chiare». Se guardiamo alla moda, infatti, il ciclo di produzione è semestrale e «quella relativa a primavera ed estate è stata completamente annullata. E anche per il prossimo inverno c’è preoccupazione». La «Fili di lana srl», fra l’altro, è una realtà che lavora per molte firme importanti, italiane ed estere, oltre ad avere una propria linea al dettaglio, «Vertigo Firenze». Attualmente la vendita avviene attraverso contatti telefonici, via social o attraverso il sito, filidilana.com in attesa di riaprire l’outlet e nella speranza che anche il lavoro per le grandi marche, in Italia e all’estero, possa ripartire al più presto. Apprensione, quindi, ma al tempo stesso, come tiene a ribadire Francesca, «ottimismo», con parole che comunque vogliono essere un messaggio di speranza per tutte le grandi e piccole aziende del comprensorio fiorentino della moda.