Cultura & Società

Scuola, «Vado all’estero? No a Rondine»

Mentre per la gran parte degli studenti della Toscana la prima campanella del nuovo anno scolastico suonerà lunedì 16 settembre, c’è una scuola speciale che ha già aperto i battenti dal 2 settembre. È il quarto anno a Rondine, il piccolo borgo appena fuori Arezzo, sede della «Cittadella della pace» creata ormai molti anni fa da Franco Vaccari. Tra le tante iniziative finalizzate a creare nelle nuove generazioni la cultura della pace e del superamento della conflittualità, alcuni anni fa è nata anche l’idea di proporre a studenti italiani meritevoli, la possibilità di vivere il quarto anno di liceo a Rondine.

Quest’anno, per la prima volta, tra i 27 studenti selezionati c’è anche un grossetano: Giovanni Cerboni, iscritto al liceo classico paritario «Chelli» e presidente diocesano del Movimento studenti di Azione cattolica. Giovanni domenica 1° settembre ha salutato genitori, fratelli (ne ha tre) e amici della parrocchia del Cottolengo, nella periferia est del capoluogo maremmano, e ha raggiunto Arezzo per iniziare l’avventura del «Quarto anno». Un anno – come si legge nel sito di Rondine – «per apprendere una comune cultura del dialogo e della legalità, che trasforma e supera i conflitti, un anno con lo studentato internazionale», che cambia sicuramente la vita. Riconosciuto dal Miur come percorso di sperimentazione per l’innovazione didattica, il quarto anno è una opportunità formativa e di studio rivolta, come detto, ai più talentuosi e meritevoli studenti di tutta Italia, che a Rondine frequentano la quarta classe dei licei classico, scientifico e delle scienze umane.

Tra loro c’è, appunto, Giovanni, il 17enne che, a dispetto della sua giovane età, ha sviluppato una personalità che gli ha già permesso di fare esperienze forti a livello ecclesiale e non solo. «L’idea del quarto anno a Rondine? Mi è nata, perché desideravo frequentare questo anno all’estero, ma ho trovato difficoltà soprattutto per quanto riguarda trovare percorsi didattici nei quali non restare indietro a greco e latino», risponde. Ma quella di Rondine non è stata una scelta di ripiego. Tutt’altro. «In questa proposta – dice – ho trovato tutto quello che cercavo e anche di più, senza dover andare all’estero. Il mio desiderio era allargare un po’ i miei orizzonti, conoscere gente nuova, approcciare le relazioni internazionali e qui c’è davvero tutto questo. Sono felice di essere qui!».

Giovanni e gli altri 26 ragazzi che con lui compongono la classe del quarto anno sono stati selezionati fra una settantina di giovani, che avevano presentato domanda. Colloquio motivazionale, test psicologico, prove sulle materie di indirizzo, attività di gruppo attraverso le quali verificare la capacità di ogni ragazzo di interagire in situazioni in cui c’è da mediare e da lavorare gomito a gomito con gli altri.

All’inizio di giugno la mail con la quale Giovanni ha saputo di avercela fatta. «Ho passato l’estate preparandomi a partire, sapendo che durante questo anno non tornerò di frequente a Grosseto. Andare via di casa è una sfida e l’ho accettata sapendo che la rete di relazioni che ho intessuto in questi anni in parrocchia, nella mia scuola, in diocesi, in città si rafforzeranno anche grazie a questa esperienza. Cosa mi aspetto? Di trovare a Rondine un luogo in più da chiamare casa».

I ragazzi selezionati, il 2 agosto hanno iniziato le lezioni. La mattina nella scuola di Rondine, mentre cena e pernottamento presso il convitto nazionale che si trova nel centro di Arezzo. E poi tante esperienze da vivere. A partire dal percorso Ulisse, per mettere in dialogo le materie di studio con una vera e propria formazione attorno all’umano.