Cultura & Società

Intelligenza artificiale: Linee guida Ue con 7 principi: «l’uomo al centro»

(Bruxelles) «La dimensione etica dell’intelligenza artificiale non può essere considerata un’opzione di lusso né un complemento accessorio: solo con la fiducia la nostra società potrà trarre il massimo vantaggio dalle tecnologie. L’intelligenza artificiale etica è una proposta vantaggiosa per tutti, che può offrire un vantaggio competitivo all’Europa, ossia quello di essere leader nello sviluppo di un’intelligenza artificiale antropocentrica di cui i cittadini possono fidarsi». In vista dell’odierno «Digital Day 2019», la Commissione Ue ha presentato alcuni «Orientamenti etici sull’intelligenza artificiale» per «creare fiducia nella stessa intelligenza artificiale (Ia), proseguendo il lavoro del gruppo di esperti ad alto livello avviato lo scorso anno. La Commissione si rivolge in particolare all’industria, agli istituti di ricerca e alle autorità pubbliche. Tra gli obiettivi concreti di questo percorso: aumentare gli investimenti pubblici e privati portandoli ad almeno 20 miliardi di euro l’anno nei prossimi dieci anni, mettere a disposizione più dati, promuovere il talento e garantire la fiducia.

«Un’ampia gamma di settori, come l’assistenza sanitaria, il consumo energetico, la sicurezza delle automobili, l’agricoltura, i cambiamenti climatici e la gestione dei rischi finanziari, potrà trarre beneficio dall’intelligenza artificiale» (Ia), afferma la Commissione europea. «L’Ia può anche aiutare a rilevare le frodi e le minacce alla cibersicurezza e consente alle forze dell’ordine di lottare più efficacemente contro la criminalità. Comporta però nuove sfide per il futuro del lavoro e solleva interrogativi giuridici ed etici». I membri del gruppo di esperti Ue sull’Ia presentano la loro attività in occasione della terza Giornata digitale che si svolge oggi a Bruxelles. Per garantire lo sviluppo etico dell’Ia, la Commissione, entro l’autunno del 2019, «varerà una serie di reti di centri di eccellenza per la ricerca» sull’intelligenza artificiale, «inizierà la creazione di reti di poli dell’innovazione digitale e insieme agli Stati membri e alle parti interessate avvierà discussioni per sviluppare e attuare un modello per la condivisione dei dati e per utilizzare al meglio gli spazi di dati comuni».

Nelle Linee guida sull’Intelligenza artificiale (Ia) la Commissione Ue – che ha avviato un percorso di medio periodo in tale ambito – segnala la necessità di una intelligenza artificiale «affidabile» e «antropocentrica». Sette i principi fondamentali in tale direzione. Primo: «Azione e sorveglianza umane», ovvero i sistemi di Ia «dovrebbero promuovere lo sviluppo di società eque sostenendo l’azione umana e i diritti fondamentali e non dovrebbero ridurre, limitare o sviare l’autonomia dell’uomo». Secondo punto: «Robustezza e sicurezza». Per una Ia «di cui ci si possa fidare è indispensabile che gli algoritmi siano sicuri, affidabili e sufficientemente robusti da far fronte a errori o incongruenze durante tutte le fasi del ciclo di vita dei sistemi di Intelligenza artificiale». Terzo: «Riservatezza e governance dei dati», nel senso che i cittadini «dovrebbero avere il pieno controllo dei propri dati personali e nel contempo i dati che li riguardano non dovranno essere utilizzati per danneggiarli o discriminarli». Quarto: trasparenza, cioè garantire la tracciabilità dei sistemi di Ia. Quinto elemento: «Diversità, non discriminazione ed equità». I sistemi di Ia dovrebbero tenere in considerazione «l’intera gamma delle capacità, delle competenze e dei bisogni umani ed essere accessibili». Sesto: «Benessere sociale e ambientale», utilizzando i nuovi sistemi per promuovere i «cambiamenti sociali positivi e accrescere la sostenibilità e la responsabilità ecologica». Infine: «Responsabilità intesa anche come accountability»; «dovrebbero essere previsti meccanismi che garantiscano la responsabilità e il controllo dei sistemi di Ia e dei loro risultati».

La commissaria Ue al digitale, Maryia Gabriel, ha spiegato: «Al centro si trova l’uomo. È l’uomo che domanda, questo è l’approccio europeo». La Commissione intende promuovere a livello internazionale l’approccio «antropocentrico» relativo all’etica dell’Ia, «perché le tecnologie, i dati e gli algoritmi non conoscono frontiere». Per questo la Commissione «rafforzerà la cooperazione con i partner che condividono gli stessi principi, come il Giappone, il Canada e Singapore, e continuerà a partecipare attivamente alle discussioni e alle iniziative internazionali, anche a livello di G7 e G20». Da giugno partire una nuova fase pilota, in cui saranno coinvolti i Paesi membri, gli istituti di ricerca, imprese di altri Paesi e organizzazioni internazionali.