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IRAQ, INTENSI BOMBARDAMENTI SU BAGHDAD. FERMA L’AVANZATA DI TERRA

Non c’è tregua per Baghdad bersaglio per tutta la notte e il mattino di oggi di intensi bombardamenti che hanno causato decine di morti, 140 secondo le autorità irachene, e centinaia di feriti. I raid degli aerei da combattimento alleati hanno continuato, fino a pochi minuti fa, a sganciare ordigni sulla capitale irachena, raggiunta anche da diversi missili da crociera ‘Tomahawk’ partiti dalle navi che incrociano nelle acque del Golfo Persico.

Il comando delle forze angloamericane in Qatar ha confermato che alcuni di questi ‘cruise’ hanno raggiunto, danneggiandolo gravemente, l’edifico del ministero dell’informazione di Baghdad. Si tratta della struttura che in questi giorni oltre ad ospitare tutte le conferenze stampa delle autorità irachene, era diventata un punto di riferimento per i corrispondenti delle principali testate giornalistiche straniere.

Mentre i bombardamenti proseguono senza sosta, le operazioni di terra per i prossimi 4-6 giorni potrebbero subire una pausa d’arresto, come riferiscono alcuni media internazionali, o una “necessaria fase di riorganizzazione e consolidamento”, per utilizzare le parole del portavoce delle forze britanniche nel Golfo, Al Lockwood. In attesa di nuovi ordini però le azioni militari delle forze della coalizione continuano su tutti i fronti. Si combatte a Nassirya, dove secondo l’emittente televisiva statunitense Cnn sarebbe in corso un pesante attacco lanciato dai marines americani. A Najaf, invece, alcuni militari Usa, cinque secondo l’emittente araba Al-Jazeera, sarebbero stati uccisi in un attacco suicida.

La situazione in Iraq rischia di peggiorare ulteriormente anche dal punto di vista umanitario. Nella conferenza stampa di questa mattina il ministro dell’informazione iracheno Mohammed Saeed al Sahaf ha detto che Baghdad rifiuta la nuova risoluzione dell’Onu «petrolio per cibo». Ieri il Consiglio di Sicurezza aveva approvato all’unanimità il documento che permette di sbloccare il programma umanitario grazie al quale i proventi della vendita del greggio iracheno vengono utilizzati per acquistare scorte alimentari e medicine da destinare alla popolazione civile irachena, schiacciata dal conflitto. Il programma petrolio-cibo, in vigore dal 1996, era stato sospeso da Annan il 17 marzo scorso con l’imminenza dell’attacco angloamericano.

Nel frattempo anche sul fronte diplomatico si registrano attriti e con il passare delle ore cresce la tensione tra Washington e Damasco dopo che ieri, il ministro della difesa americano Donald Rumsfeld ha accusato la Siria di fornire equipaggiamenti militari (alcuni visori notturni) al regime iracheno. Rumsfeld ha avvertito che tali forniture vengono ritenute dagli Usa “atti ostili” perché “pongono una minaccia diretta alla vita dei soldati della coalizione”. La risposta siriana è arrivata in mattinata ed è stata affidata alle parole dell’ambasciatore di Damasco all’Onu, Mikhail Wehbe il quale ha detto: “Se gli Stati Uniti intraprenderanno qualche azione contro la Siria, noi reagiremo”.Misna