Cultura & Società
Viaggio tra i nuovi «Cinema Paradiso» della nostra regione
Il volume «I nuovi cinema paradiso», edito da Vita e Pensiero, mette in evidenza la capacità delle Sale di comunità di adattarsi ai tempi e agli spazi in cui si trovano ad operare. Un esempio di questa resilienza lo porta Francesco Giraldo – segretario nazionale Acec SdC – nell’introduzione al volume, parlando del recente passaggio al digitale nel mondo dei cinema. «Questo passaggio – scrive Giraldo – ha cambiato l’industria cinematografica, le sue prassi produttive, il modo con cui lo spettatore si relaziona alla sala. La fase che viviamo ora ricorda un po’ il periodo dell’avvento dei multiplex all’inizio degli anni Novanta. Si levò un urlo angosciato: “Ci faranno chiudere!”. Le cose, per noi, sono andate diversamente: le Sale della Comunità si sono rinnovate, le gestioni sono diventate sempre più comunitarie e affidate a laici capaci, ed è cresciuta l’idea di che cos’è e come dovrebbe essere una Sala della Comunità».
Sono 16 i cinema legati alle parrocchie attivi in Toscana, riuniti sotto la sigla dell’Acec – Associazione cattolica esercenti cinema – che ormai da 40 anni si occupa delle SdC. Ma Sala della Comunità non è solo cinema. Mons. Viganò, nella postfazione al libro la mette in evidenza come un luogo di confine fra «Chiesa» e «Piazza». «La Sala della Comunità – spiega – è uno spazio privilegiato per una pastorale dalle porte spalancate. È uno spazio nel quale ci si fa compagni di viaggio nel tempo dei processi di esperienze che nascono e maturano, dove la Chiesa mostra un volto gioioso, disponibile al dialogo, dove il Vangelo viene offerto, narrato e testimoniato». E su questo concetto si incardina l’operato dell’Acec.
Anche se i numeri dei cinema sono inferiori rispetto alle regioni del nord Italia, la Toscana vanta la più alta capillarità per quanto riguarda i circoli cinematografici, l’altro aspetto delle Sale della Comunità. Se un cinema vero e proprio richiede un certo tipo di locali e di gestione, molto più agile e spesso molto più adatto ad una determinata situazione parrocchiale o territoriale è la realtà del circolo. L’Ancci – Associazione nazionale circoli cinematografici italiani – conta ad ora una trentina di circoli in Toscana di cui 18 regolarmente attivi e alcuni dei quali arrivano a fare un’attività quasi paragonabile a quella di una sala cinematografica. Ben 7 di questi sono nati nell’ultimo anno.
Un ruolo importante nel dare alla luce queste nuove realtà lo ha avuto certamente il progetto di censimento di locali e gruppi parrocchiali portato avanti da Acec-Ancci Toscana su mandato dell’Ufficio Cet per le Comunicazioni sociali.
Se da un lato Acec Toscana ha dato il suo contributo alla ricerca nazionale di cui si parla nel volume di Franchi e Bourlot, dall’altro la nostra è l’unica regione su cui è in atto un progetto di sondaggio molto dettagliato, che ha avuto recentemente il plauso dei vertici nazionali dell’associazione, valutandolo un ottimo esempio da riproporre in altre regioni. La differenza sostanziale rispetto al sondaggio italiano sta nello sguardo attendo rivolto alle parrocchie, ai loro spazi e ai loro gruppi (dai cineclub alle compagnie teatrali, dai gruppi musicali a quelli culturali).
Da gennaio 2016, i volontari dell’associazione stanno viaggiando per le diocesi toscane per far riscoprire ai parroci e agli operatori pastorali il valore di questi luoghi: di quei locali che, se ben utilizzati, attraggono tante persone che normalmente non vengono in chiesa e che quindi possono risultare un grande mezzo per la pastorale. Giunti ormai al completamento del sondaggio su 14 delle 17 diocesi toscane, i dati raccolti iniziano a dare un quadro abbastanza completo della situazione e a mettere in evidenza le criticità.
Molti parroci e operatori pastorali faticano a vedere la relazione fra le attività di una Sala della Comunità – che essa sia un vero e proprio cinema o uno spazio polivalente nel quale istituire, ad esempio, un cineclub – e la pastorale della parrocchia. Per questo non è stato sempre agevole il percorso di conoscenza di ciò che esiste e di come si opera in Toscana. Al contempo però i semi gettati stanno germogliando in tutta la regione. Oltre ai 7 nuovi circoli nati, già altri sono in cantiere e ci sono buone possibilità che sorgano un paio di cinema.
Ma uno dei frutti più grandi è il ritorno alla legalità. L’utilizzo dei film in parrocchia è un’attività diffusa, ma raramente fatto nella legalità, spesso per semplice ignoranza delle norme a riguardo o per l’eccessivo costo dei diritti da pagare. Visitando le parrocchie di tutta la regione i volontari hanno potuto informare correttamente su come operare nella legalità e allo stesso tempo con spese contenute, grazie alle convenzioni di Ancci Toscana con la Siae e con le case di distribuzione cinematografica. Un’altra dimostrazione dell’importanza di lavorare in rete. La preparazione, questa, alla piattaforma online che si sta costruendo con il sondaggio, tramite la quale ogni parrocchia toscana potrà relazionarsi con le altre sul piano dei locali e dei gruppi, nella speranza di una collaborazione locale e regionale delle nostre realtà.
LE SALE
I CIRCOLI