Cultura & Società
Turismo a Firenze: il Museo del Duomo offre la migliore esperienza di visita culturale
Grazie all’analisi semantica i testi sono stati indicizzati, classificati e su questa base è stato estratto e calcolato il sentiment riferito a ciascun singolo museo con una scala da 0 a 100. Il Museo dell’Opera del Duomo ha raggiunto il punteggio maggiore con 90 punti su 100. Questo a significare che la sua visita offre le maggiori emozioni, che vanno dalla sorpresa alla bellezza, dal valore alla sensazione di magnificenza, senza le difficoltà anche d’ordine pratico che talvolta accompagnano le visite nei luoghi più celebri. Ottimi anche i giudizi per gli altri musei fiorentini. Al secondo posto troviamo il Battistero con 89 punti, al terzo posto la Galleria dell’Accademia e la Cupola del Brunelleschi con 88. Seguono, con 87 punti, il Complesso di Boboli, Palazzo Pitti e la Cattedrale di Firenze. Le Cappelle Medicee ottengono 86 punti, mentre il Campanile di Giotto 84 (su cui pesa la conformazione architettonica che rende la visita più faticosa della media). Infine, la Galleria degli Uffizi con un punteggio di 83 su 100, su cui incidono fenomeni critici di contesto extra-museale. “Nel complesso Firenze – scrive sul report Sociometrica – si delinea come la città che riserva la migliore esperienza di visita culturale, perché la media del sentiment, espresso verso le sue dieci maggiori attrazioni, è di 87 punti su 100. In analoghe ricerche, che hanno preso in esame altre città e i principali musei italiani, il grado di soddisfazione è stato inferiore a quello registrato a Firenze”.
“Siamo molto felici di questi dati – ha affermato il presidente dell’Opera del Duomo Franco Lucchesi – perché quello che abbiamo cercato in questi anni non è un aumento numerico dei visitatori, ma una maggiore qualità dell’esperienza di visita”.
Nel caso del Museo dell’Opera, e in varia misura anche per gli altri musei, i dieci concetti più usati sono stati: beautiful, worth, good, amazing, enjoy, interesting, nice, unique, best e wonderful. Tra i termini negativi troviamo principalmente: “affollamento” e “tempi d’attesa”. Un caso a se è quello della Galleria degli Uffizi che ha il maggior numero di citazioni in assoluto ed è l’attrazione di cui si parla di più a Firenze dopo il David. Molti sono i termini positivi, anzi entusiastici, ma numerosi sono anche quelli critici, tanto che il punteggio si ferma a 83 punti su 100. Non si tratta di critiche rivolte al Museo, ma piuttosto a quello che vi ruota attorno e che, influenza la qualità e la percezione dell’esperienza della visita.
La seconda ricerca di Sociometrica, dal titolo “Di più, di meglio”, mette a confronto i flussi turistici a Firenze (calcolati sul numero degli arrivi) e quelli dei visitatori del musei nei sei anni che vanno dal 2010 al 2015 (non essendo ancora disponibili nella loro completezza i dati del 2016). Per la prima volta viene, inoltre, presentata una classificazione dei turisti in base alla religione prevalente nel paese di provenienza, che identifica cambiamenti di rilievo dei flussi turistici a Firenze e in Italia.
In sei anni l’andamento complessivo del turismo e quello delle visite ai principali musei sono stati paralleli: il turismo è cresciuto del 21% ( dai 2 milioni e 179 mila del 2010 ai 2 milioni e 637 mila alla fine del 2015) mentre i visitatori dei principali musei del 20%. E’ cambiata, invece, notevolmente la composizione geografica con un incremento del 77% di turisti provenienti da paesi non cristiani ( 384 mila del 2010 ai 682 mila cinque anni dopo). Oggi il 25,9 % dei turisti a Firenze proviene da un paese non cristiano (era il 17,6 % nel 2010), di questi, solo l’11,9% visitano il complesso del Grande Museo del Duomo a significare di una difficoltà a comprendere le attrazioni del Grande Museo del Duomo connotate da un significato religioso. Se si analizza i paesi di provenienza non cristiani, si nota che i turisti dal Giappone sono scesi del 12,9 %, al contrario quelli provenienti dalla Corea sono cresciuti di quasi quattro volte (+ 390 %) e quelli cinesi di tre (+ 300 %); molto elevata anche la crescita dei turisti dall’India (+ 210 %) e dalla Turchia (+ 155%). Se consideriamo i paesi di religione islamica, questi sono passati da 40 mila del 2010 a 78 mila nel corso del 2015, si tratta praticamente di un raddoppio della presenza in sei anni.
Per quanto concerne i visitatori dei musei fiorentini in cima alla classifica è La Galleria degli Uffizi che ha superato nel 2016 la soglia di 2 milioni (2.010.631), un numero comprensivo dei biglietti gratuiti che sono stati 420 mila. Se andiamo a considerare il numero degli ingressi del 2015, escludendo i gratuiti, la Galleria degli Uffizi ha totalizzato 1 milione e 554, al secondo posto troviamo il Grande Museo del Duomo con 1 milione e 373 mila (solo 181 mila in meno degli Uffizi) e al terzo posto la Galleria dell’Accademia con 1 milione e 129 mila. A seguire: il circuito museale di Boboli con 579 mila ingressi, la Galleria Palatina e Palazzo Pitti con 248 mila, le Cappelle Medicee con 221 mila.
Per quanto riguarda il Grande Museo del Duomo bisogna tenere presente che nel 2013 è entrato in vigore il biglietto unico, mentre in precedenza ogni monumento aveva un ingresso singolo. Da allora le visite alle attrazioni sono aumentate, soprattutto per quelle che erano ritenute “minori”. Se le cose sono cambiate abbastanza per la Cupola, che passa dai 519 mila visitatori del 2010 ai 710 mila del 2016 (crescita che ha costretto a limitare gli ingressi nei momenti di superamento di un numero massimo di visitatori accettabile), per il Campanile di Giotto c’è più di un raddoppio da 333 mila a 730 mila. L’aumento più sorprendente è per la Cripta di Santa Reparata, che passa da appena 84 mila visitatori ai quasi 500 mila, e per il Battistero, da 300 mila a oltre 800 mila visitatori, quasi tre volte tanto. In buona sostanza, l’adozione del biglietto unico ha costituito un vantaggio reale per i visitatori che hanno potuto vedere di più, arricchendo la loro esperienza di visita. Allo stesso tempo non si è registrata una caduta dei biglietti venduti, nonostante l’inevitabile aumento del prezzo da 10 a 15 euro, per via dell’apertura del nuovo Museo dell’Opera del Duomo.