Cultura & Società

Monterchi non c’è pace per la Madonna del Parto. Il Comune ricorre al Tar

E se per il primo punto ormai tutti sono concordi nell’affermare che non esistono le condizione per il ricollocamento della Madonna nella cappella del cimitero di Monterchi, è sul secondo provvedimento che il sindaco Alfredo Romanelli appare irremovibile.Per il primo cittadino una cogestione dell’opera con la Diocesi è un’«aberrazione».

Una presa di posizione che potrebbe far slittare ulteriormente la ricollocazione dell’opera all’interno del monastero di San Benedetto, così come gli accordi precedentemente sottoscritti da Comune e Diocesi prevedono.

Il capolavoro, lo ricordiamo, da anni è ospitato all’interno dei locali di una ex scuola elementare. E, a quanto pare, turisti e fedeli dovranno attendere ancora molto tempo prima di vedere il capolavoro di Piero in un luogo più dignitoso.

Era il 1992 quando l’affresco viene staccato per il restauro dalla piccola chiesa di Santa Maria a Momentana che si trova nel cimitero monterchiese. Una collocazione che doveva essere provvisoria e che invece diventa definitiva, portandosi dietro anche una causa civile. Di fronte ai giudici del tribunale di Firenze, la diocesi rivendica la proprietà del capolavoro e ne chiede la restituzione alla pubblica venerazione, mentre il Comune si oppone al ritorno dell’immagine nella chiesa di Momentana.

Nel 2009, scoppia la pace: viene firmato un accordo tra le due parti per ricollocare l’opera all’interno dell’Oratorio di San Benedetto (poco distante dalla scuola dove ora è sistemata), andando incontro alle esigenze di tutti.

Ma nel frattempo, il Ministero per i beni culturali incarica la Soprintendenza di Arezzo di elaborare un progetto per ripristinare la Madonna del Parto nella sua sede originale: la cappella del cimitero. Un ordine che, di fatto, blocca l’accordo fra diocesi e Comune. Allora l’amministrazione locale ricorre di nuovo alla magistratura che da ragione al comune.

È lo stesso sindaco monterchiese ad affermare che la sentenza apre ad una nuova era di collaborazione. A pochi mesi di distanza però, dopo le ennesime delibere del Ministero arriva la nuova chiusura da parte del Comune.